La punizione a Yamato e i dubbi di tutti i genitori

di Aldo Balestra
Venerdì 3 Giugno 2016, 14:22 - Ultimo agg. 14:23
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Le scuse del papà di Yamato, il bambino di sette anni lasciato in un bosco dai genitori per punizione, e ritrovato sano e salvo dalle squadre di soccorso dopo sei giorni, sono nel perfetto stile della tipica contrizione giapponese. «Il mio atto eccessivo ha costretto mio figlio ad avere un tempo doloroso - ha detto Takayuki Tanooka all'ospedale di Hakodate, dove il figlioletto è stato ricoverato -. Mi scuso profondamente con le persone della sua scuola, con le persone delle operazioni di ricerca, e con tutti quanti per aver creato problemi». 

Le parole di quest'uomo riportano a quelle di un'opera giapponese del XVII secolo, dal titolo "Contrizione", che in un passo così diceva: «La cosa più importante tra le cose più importanti è la salvezza dell'anima».

Non sappiamo se Takayuki abbia davvero voluto salvarsi l'anima, scusandosi pubblicamente dopo aver messo a rischio a vita del figlio, lasciandolo in un bosco talmente fitto e pericoloso che nemmeno le popolazioni locali vi si addentrano.

Certo, ora Yamato sta bene. E' stato subito rifocillato, ha resistito nascondendosi dagli orsi, difendendosi dalle piogge e dal freddo intenso dei giorni passati. Tornerà a casa, i suoi genitori saranno probabilmente denunciati per negligenza, dopo che l'intero Giappone s'era mobilitato, persino con l'esercito, per «salvare il bambino Yamato».
Il piccolo aveva subito quel tipo di punizione perchè tirava sassi contro auto e persone. Una "monellata", insomma. Dopo un quarto d'ora i genitori erano tornati a riprenderlo, convinti che la gran paura gli sarebbe stata d'esempio, ma non l'avevano più trovato. Un provvedimento drastico, «esemplare» si direbbe oggi. Il padre ha chiesto scusa, si è contrito - appunto - ammettendo di «essere andato oltre». Una storia finita bene, per fortuna, ma che sta portando i serafici e spesso rigorosi genitori giapponesi ad interrogarsi preoccupati sui corretti metodi educativi.

La questione può essere declinata ad ogni latitudine, anche da noi: dialogo e modi severi, esempio dei comportamenti e autorevolezza, baci e punizioni, permessi e proibizioni.  Cosa è davvero giusto fare, o non fare per i figli? L'educazione si conferma, ogni giorno, impresa ardua, e il mestiere dei genitori quello più difficile al mondo. Ogni risposta tranchant e liquidatoria, allora, aspira soltanto alla salvezza dell'anima.
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