Le Pen rifiuta il velo, salta l'incontro con il Gran Mufti in Libano

Le Pen rifiuta il velo, salta l'incontro con il Gran Mufti in Libano
Mercoledì 22 Febbraio 2017, 10:17 - Ultimo agg. 13:36
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«Io quel velo non me lo metto»: in visita ufficiale a Beirut, Marine Le Pen ha rifiutato di indossare il copricapo islamico per incontrare il Gran Mufti del Libano ma a Parigi c'è chi sospetta sia solo un'astuta mossa elettorale.

La candidata del Front National nella corsa all'Eliseo si è recata presso la residenza di Abdellatif Deriane, nel cuore della capitale libanese. All'incontro mancavano pochi minuti. Prima di entrare, un addetto al protocollo dell'alto dignitario religioso ha teso a Madame Le Pen un velo bianco, lasciando intendere che per il colloquio era necessario indossarlo. Ma la bionda avvocatessa di Parigi ha opposto 'il gran rifiuto'.

«La più alta autorità sunnita del mondo - ha dichiarato riferendosi ad una visita di due anni fa al grande Imam di Al-Azhar al Cairo - non aveva avuto la stessa pretesa... Vi prego di trasmettere i miei ossequi al Gran Mufti, il velo non lo indosso». L'appuntamento è stato annullato in tronco. Accuratamente ripreso dal codazzo di giornalisti accreditati, il siparietto con Le Pen è stato subito trasmesso ai grandi media di Parigi.

Fonti del protocollo hanno fatto sapere che la richiesta di indossare il velo « le era stata rivolta ieri, e lei aveva già detto che non lo avrebbe fatto». Perché andare lo stesso allora se era già tutto chiaro? «Lunedì avevo detto che non mi sarei velata, non hanno annullato l'appuntamento, quindi ho pensato che avessero accettato la mia condizione», ha spiegato lei, aggiungendo: «Hanno cercato di impormelo, di mettermi davanti al fatto compiuto, non si fa...».

Da parte sua, Dar al-Fatwa ha confermato di averla «informata alla vigilia», attraverso uno dei suoi collaboratori. Dicendosi «sorpresa», la massima istituzione sunnita del Libano ha deplorato questo «comportamento sconveniente». Mentre in strada, a Beirut, alcuni manifestanti hanno protestato contro la venuta della candidata con slogan e cartelloni «antifascisti», in Francia i fedelissimi si sono affrettati a sfruttare il video come uno spot elettorale. Qualche minuto dopo, il numero due del Front National, Florian Philippot, già esultava su Twitter, per questo «magnifico messaggio di libertà e di emancipazione inviato alle donne di Francia e del mondo».

Nel caso di vittoria all'Eliseo, Le Pen si è impegnata a vietare velo e kippah nello spazio pubblico della République. Nelle ultime ore della sua due giorni libanese, si è recata, tra l'altro, dal patriarca maronita, Bechara Rai, rendendo omaggio, davanti alle telecamere, alla cultura libanese di «moderazione», «creata da cristiani e musulmani».

Parziale retromarcia, invece, sulle controverse dichiarazioni rilasciate l'altro ieri su un sostegno al contestato presidente siriano Bashar Assad. In conferenza stampa, prima di riprendere il volo per Parigi, Le Pen ha tentato di correggere il tiro e sedare le polemiche. Assad? «Non lo conosco e non l'ho mai incontrato. Ciò che dico è che nell'interesse della Francia, la mia unica griglia di lettura, allo stato dei fatti in Siria, non esiste alternativa all'attuale regime».

In un sondaggio Elabe pubblicato da L'Express, la leader anti-euro rafforza la sua posizione per il primo turno presidenziale del 7 aprile.
E arriva una buona notizia per Francois Fillon: il candidato della Destra (Les Républicains), travolto dallo scandalo sui presunti impieghi fittizi a moglie e figli, che sempre secondo lo stesso studio riprende il posto dello sfidante di En Marche, Emmanuel Macron, nel ballottaggio del 7 maggio contro Le Pen.
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