Libia, il premier ribelle lascia Tripoli: è a Misurata. Più solido il governo di Sarraj

Libia, il premier ribelle lascia Tripoli: è a Misurata. Più solido il governo di Sarraj
Venerdì 1 Aprile 2016, 12:44 - Ultimo agg. 17:10
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Il premier Khalifa Ghwell, ostile al governo unitario di Fayez Sarraj, «ha lasciato Tripoli»: lo afferma Libya Herald, secondo il quale il responsabile libico «è tornato nella sua città natale a Misurata».

Stando al resoconto del sito, l'ufficio del premier «è stato occupato da elementi del comitato temporaneo della presidenza, i file e i computer sono stati confiscati». La decisione di lasciare la capitale è arrivata «dopo che il consiglio degli anziani di Misurata ha minacciato di destituire» lo stesso Ghwell. «Gli hanno detto che era finita e doveva lasciare. Se non se ne fosse andato lo avrebbero rimosso», afferma una fonte al quotidiano. La delegazione di Misurata si è «poi recata a piazza dei Martiri, dove uno dei leader delle milizie, Salah Badi, aveva organizzato una manifestazione contro Sarraj. Anche a lui hanno detto di andarsene, e Badi lo ha fatto».

Dieci città costiere libiche, tra le quali Zawiya e Sabrata hanno formalmente rotto l'alleanza con il Congresso di Tripoli (Gnc) e deciso di sostenere il governo di unità di Fayez al Sarraj. In un comunicato, pubblicato dalla municipalità di Sabrata, i responsabili salutano l'arrivo a Tripoli del consiglio presidenziale libico e fanno appello al nuovo governo perchè metta «fine a ogni conflitto armato nel Paese».

L'Unione europea ha fatto scattare sanzioni, sotto forma di congelamento dei beni e divieto di viaggio, contro tre esponenti libici che stanno ostacolando il varo del governo di unità nazionale, uno dei quali è proprio il premier Khalifa al-Ghwell. Gli altri sono il presidente del Congresso, Nouri Abu Sahmain, e Aqila Saleh, presidente della Camera dei deputati (Hor) che a Tobruk da mesi sta negando la fiducia a Sarraj. L'Ufficio di sicurezza dell'esecutivo voluto dall'Onu ha rincarato la dose, minacciando un ricorso all'Interpol per 17 esponenti politici e religiosi che si oppongono al governo unitario: oltre a Ghwell, spicca il mufti al-Sadeq al-Ghariyani che ha appena evocato «10 anni di jihad» contro il «governo straniero» di Sarraj.

L'Italia, attraverso una telefonata del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ha confermato l'appoggio di Roma al governo di accordo nazionale e l'ha sostanziato con l'annuncio di un «pronto invio» di 860 tonnellate di aiuti alimentari e di «kit sanitari» per la cura di 30.000 persone. I media hanno rilanciato dichiarazioni di appoggio da parte di Usa, Francia, Lega Araba, Tunisia. Anche l'Egitto, pur con qualche sottolineatura in favore di Tobruk (sostegno all'esercito del generale Khalifa Haftar) ha definito l'ingresso di Sarraj a Tripoli «un importante passo» verso «una soluzione politica».

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