La polizia ha chiesto con un tweet di non fare "speculazioni" e una fonte sempre delle forze dell'ordine, citata dalla Bild, sottolinea che non ci sono ancora certezze su un possibile attacco di terroristi islamici o di esponenti dell'estrema destra locale. Il primo ministro norvegese Erna Solberg ha definito il 22 luglio 2011 come un giorno "terribilmente triste" che ha scosso la nazione. Le vittime furono 77, 69 sull'isola di Utoya, dove era in corso il raduno dei giovani del Partito Laburista Norvegese. Breivik, simpatizzante di estrema destra e all'epoca 32enne, si presentò vestito con un'uniforme e sparò sulla folla.
Durante il processo è stato immortalato con un braccio teso a conferma delle sue simpatie naziste. E' stato condannato a 21 anni di carcere, davanti ai giudici ha detto che voleva mandare un "messaggio forte al popolo, per fermare i danni del partito laburista" e per fermare "una decostruzione della cultura norvegese per via dell'immigrazione in massa dei musulmani".
“Non dimenticheremo mai” dicono gli attivisti del partito laburista norvegese che a distanza di cinque anni hanno pubblicato un video sui social per ricordare i compagni persi nella strage. Nel messaggio finale del video riepilogano i valori per cui continuare a combattere: “una società fatta di tolleranza, rispetto, impegno e democrazia”. Gli stessi valori presi di mira da Breivik e che potrebbero essere entrati nel mirino anche a Monaco.