Poligamia, sentenza negli Usa: i mormoni possono avere tutte le mogli che vogliono

Al centro Kody Brown, noto per lo spettacolo “Sister Wives”
Al centro Kody Brown, noto per lo spettacolo “Sister Wives”
di Anna Guaita
Domenica 15 Dicembre 2013, 19:19 - Ultimo agg. 21:52
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NEW YORK – Dopo la conquista della parit di diritti per le coppie gay, sta forse avvicinandosi il riconoscimento della poligamia? E’ un sospetto che sorge negli Usa in seguito a una sentenza di un giudice federale dello Utah, Clark Waddoups. Il giudice ha presentato venerdì notte una sentenza di 91 pagine in cui cancella un capitolo della legge antipoligamia che nello Utah fu adottata nel 1890 quando lo Stato chiese di essere ammesso nell’Unione. Con la sentenza, il giudice ha reso legale la convivenza di un uomo e più donne. La sua decisione è venuta in seguito a un ricorso fatto da una star della reality tv, Kody Brown, noto per lo spettacolo “Sister Wives” (Sorelle Mogli), che segue le vicende di quattro “mogli”, un marito e 17 figli. Kody, insieme a Meri, Janelle, Christine e Robyn, aveva sostenuto nel suo ricorso che il divieto di coabitazionbe violava il Primo Emendamento della Costituzione, che protegge i diritti fondamentali dell’individuo, incluso quello di praticare liberamente la propria religione. I cinque appartengono a una setta integralista mormone,



La vecchia legge anti-bigamia dello Utah è di fatto così severa che toglie ai suoi cittadini anche diritti che negli altri 49 Stati non sono neanche messi in discussione. Uno di questi è il diritto alla “coabitazione” con più di una donna. In qualsiasi altro Stato dell’Unione, non è un crimine convivere con più di un membro dell’altro sesso. Ma nello Utah la convivenza ha un altro significato, perché una volta, prima delle riforme del mormonismo moderno, la poligamia era largamente praticata e il “coabitare religioso” corrispondeva a un vero e proprio matrimonio riconosciuto dalla chiesa. Per questo, nello stilare la legge nell’Ottocento fu necessario vietare tout-court la “coabitazione”.



Ma il mondo è andato avanti, e la morale pure - come ha notato il giudice - “e comunque il semplice fatto di vivere insieme non rappresenta un matrimonio”.







Resta ora da vedere se il ministro della Giustizia dello Stato e quello federale vorranno intervenire. Si tratta di un passo pieno di pericoli per tutti e due: dopotutto, il giudice Waddoups ha solo reso legale la coabitazione, non il matrimonio legale al comune. Cioè: non verranno di colpo rilasciate varie licenze di matrimonio a un unico marito e varie mogli.





Ovviamente però, siccome tutto ciò avviene nello Utah, il passo è stato largamente interpretato come una liberalizzazione della legge antipoligamia. Difatti la prima conseguenza di questa sentenza è che chi vive in pluri-famiglie non sarà più perseguibile dalla legge dello Utah: “Ora non siamo più criminali – ha reagito Anne Wilde, fondatrice del gruppo propologamia Principle Voices -. Non dobbiamo più aver paura che qualcuno ci butti giù la porta e ci porti via i nostri figli”.







La “coabitazione religiosa” è praticata nello Utah da almeno 38 mila membri di sette integraliste che seguono ancora il dettato della chiesa mormone del primo Ottocento. La chiesa ufficiale rigetta drasticamente il principio della poligamia.