Primarie Usa, si vota in New Hampshire: Trump e Sanders favoriti

Primarie Usa, si vota in New Hampshire: Trump e Sanders favoriti
di Anna Guaita
Martedì 9 Febbraio 2016, 17:33 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 10:46
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MANCHESTER (New Hampshire) - E' arrivato il momento del voto. Il New Hampshire tiene le sue primarie, e molti si chiedono se i sondaggi verranno rispettati. Si danno per scontate una vittoria di Donald Trump per i repubblicani e una di Bernie Sanders per i democratici. Ma oltre a queste due quasi certezze - confermate da settimane e settimane in cui il businessman e il senatore sono stati in cima a ogni possibile sondaggio - il resto appare alquanto confuso.

I veri quesiti a cui il voto di oggi deve rispondere riguardano infatti coloro che si piazzeranno al secondo posto. Hillary stessa ha lasciato capire che si aspetta di arrivare seconda, ma il punto sarà di vedere con che margine Sanders la sonfiggerà. Se la signora dovesse accorciare le distanze, rispetto al 13 per cento dei sondaggi di ieri, potrà quasi cantare vittoria, considerato che a dicembre era distanziata di oltre il 30 per cento.

La truppa repubblicana vive una sitazione simile: cruciale è piazzarsi secondi, distanziando però gli altri, per poter diventare il "candidato dell'establishment" che potrà aspirare al sostegno del partito contro il tanto temuto Donald Trump. Quattro si contendono la medaglia d'argento: John Kasich, governatore dell'Ohio, Jeb Bush, ex governatore della Florida, Chris Christie, governatore del New Jersey, e Marco Rubio, senatore della Florida. Quest'ultimo, un energico 44enne di origini cubane, si è piazzato terzo in Iowa, ed era sembrato destinato a un solido secondo posto qui nel New Hampshire. Durante il dibattito di sabato sera, i rivali lo hanno però attaccato a spada tratta sottolineando la ripetitività da automa con cui sciorinava alcune delle sue posizioni. Durissimo è stato Christie, un noto mastino, che lo ha preso in giro sarcasticamente e ha poi anche messo in onda uno spot tv per continuare a ridere dei suoi "ritornelli". L’attacco è stato spietato, ma alla fine sembrava aver sortito l'effetto contrario: “Sono disperati. Preferisco Rubio, che non ha perso la calma” è stata la reazione – condivisa da molti - di Brandon, studente 20enne al suo primo voto presidenziale.​

Rubio ha continuato a fare campagna come se nulla fosse, attirando folle numerose e interessate, ripetendo i suoi "ritornelli", e sostenendo che è giusto ripeterli perché "corrispondono alla verità". Il suo preferito è di ripetere che "il presidente Barack Obama è riuscito in quel che voleva: trasformare gli Stati Uniti in un Paese diverso da quel che era", e che è arrivato il momento che la destra torni alla Casa Bianca, per cancellare tutti i cambiamenti.
Prevedere chi si piazzerà secondo appare però molto difficile. I quattro aspiranti erano ravvicinati nei sondaggi, con scarti di un punto o anche meno. E tutto può cambiare oggi. Lo “Stato di Granito” è infatti abbastanza sui generis: un 30 per cento degli elettori si dice repubblicano e un 30 per cento democratico, mentre un 40 per cento dice di essere indipendente. La legge locale permette loro di presentarsi al seggio e dichiararsi al momento di uno o l'altro partito e di poter registrare il proprio voto, per poi tornare "indipendenti". La sfida di Rubio e dei suoi rivali è di conquistare questo elettorato estremamente fluido. E' una sfida imprevedibile, considerato che tradizionalmente questi "indipendenti" scelgono il proprio candidato negli ultimissimi giorni, e il 20 per cento addirittura nello stesso giorno del voto, cioé proprio oggi.​

 
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