«Se il consiglio fosse seguito da tutti, nessun atleta sarebbe obbligato a scegliere tra correre il rischio di contrarre la malattia o partecipare ad una competizione», scrivono i firmatari che vogliono mettere in chiaro come la loro più grande preoccupazione è la possibilità di mettere a repentaglio la salute globale, dal momento che il ceppo del virus Zika circolante in Brasile «danneggia la salute in un modo che non è mai stato visto prima dalla scienza».
Il paese sudamericano ha subito una epidemia senza precedenti di microcefalia nei neonati di madri che hanno contratto Zika durante la gravidanza, e sono stati anche segnalati casi di adulti che hanno sofferto di sindrome di Guillain-Barre a causa del virus, che si diffonde attraverso zanzare Aedes Aegypti. Per questo motivo, viene considerato «un rischio inutile» che «500.000 turisti stranieri, provenienti da tutti i paesi, parteciperanno ai Giochi, a rischio di essere infettati dal ceppo e di fare poi ritorno nei propri paesi e causare una epidemia». «Non è etico correre questo rischio solo per fare dei Giochi che si potrebbero fare in ogni caso, se rinviati o cambiando luogo», concludono i firmatari, molti dei quali sono rinomati professori di etica medica.