Shoah. Ex guardiano di Auschwitz: «Ho taciuto troppo a lungo, mi vergogno per non essermi opposto all'eccidio»

Shoah. Ex guardiano di Auschwitz: «Ho taciuto troppo a lungo, mi vergogno per non essermi opposto all'eccidio»
Venerdì 29 Aprile 2016, 19:26 - Ultimo agg. 9 Maggio, 17:49
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Muenster - Accusato in tribunale di complicità nell' uccisione di almeno 170mila persone, in maggioranza ebrei, un ex guardiano di Auschwitz ha rotto oggi il suo silenzio in aula per esprimere il suo rimorso. «Mi vergogno per aver permesso questa ingiustizia senza oppormi. Lo sento veramente. Ho taciuto per molto tempo. Ho taciuto per tutta la mia vita», ha detto nell'aula del tribunale della città tedesca di Detmold il 94enne Reinhold Hanning. Ex membro della divisione «Totenkopf» (testa di morto) delle SS naziste, l'imputato è stato uno dei guardiani di Auschwitz fra i primi mesi del 1943 e il giugno 1944. Hanning ha parlato per la prima volta da quando il processo si è aperto in febbraio, affermando di essere profondamente pentito di aver fatto parte di un'organizzazione criminale, responsabile della morte di tanti innocenti e della distruzione di innumerevoli famiglie. Prima di lui è intervenuto il suo avvocato, Johannes Salmen, che ha letto un lungo documento di 23 pagine, in cui Henning racconta che fu la matrigna a spingerlo ad entrare nelle SS e che, dopo aver combattuto su diversi fronti, non ha potè opporsi all'invio ad Auschwitz una volta ferito a Kiev.
Hanning avrebbe chiesto più volte di lasciare il campo di sterminio e dopo la guerra cercò di dimenticare. «Auschwitz fu un incubo. Desideravo non esserci mai stato», si legge nella conclusione della sua dichiarazione. Ad ascoltare le sue dichiarazioni vi era anche alcuni sopravvissuti o familiari delle vittime. «Per me non è sufficiente» - ha commentato uno di loro, Leon Schwarzbaum- «può essere che oggi sia un uomo diverso, ma non ci sono scuse possibile per l'uomo che è stato». Secondo l'avvocato di parte civile, Cornelius Nestler, le dichiarazioni di Hanning sono «scarse e povere di contenuto», ma vanno comunque rispettate. «Che Hanning si assuma le sue responsabilità dopo un lungo silenzio, dimostra come questo tipo di processi sia importante», ha aggiunto.
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