Siria, Mosca propone raid congiunti
agli Usa. Ma Pentagono smentisce

Siria, Mosca propone raid congiunti agli Usa. Ma Pentagono smentisce
Venerdì 20 Maggio 2016, 19:52 - Ultimo agg. 25 Maggio, 13:22
2 Minuti di Lettura
Confronto in Europa per il rafforzamento della Nato a est, collaborazione in Siria: lo schema del 'doppio binariò sembra valere anche per la Russia. Mentre a Bruxelles, su spinta francese e italiana e con l'appoggio di John Kerry, l'Alleanza Atlantica trova quello che il segretario generale Jens Stoltenberg definisce un «ampio accordo» per convocare prima del vertice di luglio a Varsavia una nuova riunione del Consiglio Nato-Russia, da Mosca il ministro della Difesa Serghiei Shoigu annuncia a sorpresa di aver proposto agli Stati Uniti di compiere da mercoledì prossimo raid congiunti con la coalizione anti-Isis in Siria.

Obiettivo: colpire «i gruppi di Jabhat Al Nusra e le formazioni armate illegali che non sostengono la tregua, nonchè carovane con armi e munizioni e unità armate che attraversano illegalmente il confine turco-siriano»: Shoigu specifica che «il varo di queste misure ci permetterà di passare al processo di soluzione pacifica del conflitto in tutto il territorio siriano» e sottolinea che «naturalmente» i raid congiunti sarebbero «concordate con le autorità della repubblica araba siriana». E specifica che «ieri abbiamo iniziato a concordarle con i nostri colleghi a Oman e a Ginevra». L'annuncio però prende in contropiede gli Usa. «Non abbiamo ricevuto la proposta e ho letto le stesse notizie che avete voi», dice il portavoce del Pentagono, il capitano Jeff Davis, aggiungendo che «al momento non collaboriamo nè ci coordiniamo con i russi in alcuna operazione in Siria».

Tuttavia a Bruxelles, nella ministeriale esteri che ha preparato il vertice di Varsavia, nonostante la «particolare sensibilità» di baltici e polacchi, è prevalsa la volontà di tenere aperto il dialogo con la Russia, inquieta per il rafforzamento dell'Alleanza a est, che comprenderà anche il dispiegamento di almeno quattro battaglioni di truppe di terra con l'etichetta di "presenza avanzata" a titolo di deterrenza.
Ma chiudere la porta al dialogo con Mosca, ha osservato Paolo Gentiloni, «non sarebbe la strada più intelligente» perchè se è vero che si deve essere «fermi» sulla questione ucraina, è anche «evidente» che «abbiamo bisogno di dialogo e anche collaborazione con la Russia in molti altri dossier» come Siria e Libia. E, ha aggiunto il ministro degli esteri, «sarebbe bizzarro che, in un contesto in cui in molti terreni dialoghiamo ed addirittura cooperiamo, la Nato invece non avesse un terreno di scambio con la Russia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA