Le Swat irrompono mentre siete tranquilli a casa: lo scherzo che spopola negli Usa

Le Swat irrompono mentre siete tranquilli a casa: lo scherzo che spopola negli Usa
di Anna Guaita
Martedì 26 Maggio 2015, 07:52 - Ultimo agg. 27 Maggio, 10:51
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NEW YORK – State giocando a "Call of Duty", e siete immersi in un accanito duello on line. Ed ecco che la finzione diventa realtà: una dozzina di uomini delle squadre speciali buttano giù la porta di casa vostra, entrano con i fucili spianati, vi perquisiscono, esplorano ogni stanza gridando ordini incomprensibili.



Passano pochi minuti, e si capisce che hanno sbagliato. O meglio: voi e loro siete stati oggetto di un pessimo scherzo, il cosiddetto “swatting”. La parola viene dal nome delle squadre speciali, le SWAT (Special Weapons And Tactics), utilizzate dalla polizia Usa in presenza di gravi minacce, come omicidi, suicidi, casi di ostaggi, sospetto terrorismo, ecc. Lo swatting è un diventato un trend negli ultimi anni e consiste nel chiamare la polizia e denunciare fatti inventati, in genere sostenendo che a un certo indirizzo stanno succedendo cose terribili. A fare queste false denunce sono di solito hacker che sanno camuffare il proprio numero di telefono, oppure giovani che hanno telefonini “usa e getta”.



Inizialmente gli autori delle false denunce hanno preso di mira attori famosi. Nel 2013 ad esempio sono stati oggetto di swatting sia Ashton Kutcher che Justin Timberlake e la cantante Rihanna. Ogni volta la voce sosteneva che nella villa della star c’era attività sospetta, “quattro uomini di colore armati hanno scavalcato il cancello”, “ho sentito degli spari, vedo un uomo che si aggira nel giardino” ecc. Nel caso di Kutcher, a ricevere l’attenzione terrificante di una squadra di agenti armati fino ai denti fu un gruppo di muratori messicani che stavano ripavimentando la villa dell’attore. Negli altri casi non c’era nessuno, le ville erano deserte.



L’ultimo swatting in ordine di tempo contro una star è stato lo scorso marzo contro il rapper Lil’ Wayne. Almeno venti uomini della swat team di Miami hanno circondato la sua villa, dopo una denuncia di “presenze sospette e armate”. Ma gli agenti hanno solo trovato il personale di servizio, tremante di paura davanti ai loro fucili spianati. Da quando è successo lo swatting di Lil’ Wayne la polizia ha deciso che non rivelerà più i casi di false denunce contro celebrità, per evitare di invitare altri imitatori.



Negli ultimi mesi tuttavia lo swatting si è indirizzato altrove. Adesso le vittime sono soprattutto individui impegnati in partite multigiocatore. Negli Usa le sfide particolarmente avvincenti possono essere seguite in streaming. Ma può capitare che un sostenitore del “giocatore A” voglia danneggiare il “giocatore B”, e ricorre allo swatting, mandandogli a casa la polizia armata. “Ha sparato ai genitori, vuole uccidere tutti” ha detto una voce anonima, che poi ha dato l’indirizzo preciso di un giovane impegnato in una partita. Un altro ha finto di essere la sua vittima e ha minacciosamente gridato: “Ho ammazzato mia moglie, non ho paura di ammazzare di nuovo, vi avverto”.



Molti casi sono finiti su YouTube, proprio perchè sono avvenuti durante lo streaming. Le immagini sono eloquenti. Alcuni dei giocatori capiscono subito quel che sta succedendo, altri sono intimoriti, altri sono increduli. Fortunatamente, la polizia si rende conto quasi subito che si è trattato di un raggiro. Ma questi scherzetti stanno diventando un peso finanziario non indifferente – ogni uscita di una swat team costa un minimo di 10 mila dollari e un massimo di 100 mila – e si teme che prima o poi avvenga qualche brutto incidente.



La scorsa estate un sito di notizie online, NationalReport.net, aveva lanciato una finta notizia, in cui si sosteneva che il quindicenne Paul Horner, colpevole di swatting, era stato condannato a 25 anni di prigione per “domestic terrorism”. Durante l’invasione della Swat Team, causata dalla sua falsa denuncia, sosteneva l’articolo, il padre di un giovane giocatore era stato gravemente ferito dalla polizia.



La storia fece impressione e venne ripresa anche da vari altri media. Non era vera. Ma il NationalReport voleva dare un ammonimento ai giovani che si sentono tanto furbetti nell’ingannare la polizia: data la facilità con cui gli agenti di recente hanno premuto il grilletto, chi si diletta con questi giochetti può prima o poi avere sulla coscienza un morto innocente.