Trump al giuramento tra proteste
e tensioni. Un uomo si dà fuoco

Trump al giuramento tra proteste e tensioni. Un uomo si dà fuoco
di ​Flavio Pompetti
Giovedì 19 Gennaio 2017, 08:29 - Ultimo agg. 20:22
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New York Le prove generali per la festa sono iniziate martedì sera con una cena di gala per 500 persone paganti all'auditorio Andrew Mellon di Washington. Il presidente eletto è arrivato a bordo del Trump Force One proveniente da New York ed è ripartito due ore dopo. Non ha avuto quindi modo di vedere davanti al gazebo dell'Hotel Trump International il contestatore che intorno alle 10 di sera si è cosparso di benzina e si è dato fuoco, prima che la polizia accorresse a salvarlo e prevenire serie escoriazioni. I due episodi inquadrano al meglio il clima nel quale si prepara la festa di domani: il massimo controllo di sicurezza sui partecipanti da una parte, e l'incognita della rabbia di tanti non rassegnati al verdetto delle urne, che nei prossimi giorni sperano di far sentire la loro presenza e il loro dissenso. Tra le due estremità c'è la protesta istituzionale, che ieri era arrivata a 55 defezioni tra i parlamentari democratici.

Questo gruppo di politici dell'opposizione si è schierato a difesa del veterano campione dei diritti civili John Lewis, il primo a dichiarare il boicottaggio contro la manifestazione. «Spero che mi restituiscano i biglietti di invito, in modo da accomodare la pressante richiesta di chi vuole esserci» li ha sfidati Trump. La macchina organizzativa è in moto, e il direttore del comitato per la festa del giuramento conta di portare a Wasghington 800.000 persone. La folla non raggiungerà il milione e mezzo di spettatori della prima inaugurazione di Obama nel 2009, né il milione superato nel 2013 per la seconda. Lo si vede dalla richiesta di biglietti su Internet, scarsa e bassa di valore, a confronto dei 1,750 dollari che furono pagati per assistere alla prima investitura di un presidente di colore. Il quale ieri ha tenuto la sua ultima conferenza stampa lanciando un chiaro messaggio a chi rimpiazzerà alla Casa Bianca. «Il lavoro del presidente è talmente grande che non lo si può fare da soli», ha detto Obama. Trump e il direttore della cerimonia Tomas Barrack sono consapevoli che non ci sarà una parata di stelle a salutare il giuramento e hanno trasformato il boicottaggio in un punto d'onore. «La cerimonia non sarà un circo» ha twittato Trump di fronte ai rifiuti di esibirsi al suo fianco da parte di tanti artisti.

Vedremo un cerimoniale più austero, segnato dalla presenza di tante bande militari e cori religiosi. Al posto di quelli delle chiese battiste che cantarono per Obama, ascolteremo quello del Tabernacolo dei Mormoni; al posto di Beyoncé sarà la sedicenne seconda classificata al talent show America's Got Talent: Jackie Evancho, a intonare l'inno nazionale. Nel palco autorità mancherà il premier canadese Justin Trudeau, scoraggiato dalla recente promessa di Trump di estendere al suo paese le sanzioni doganali già promesse al Messico. Ci saranno i presidenti Carter, e forse George W. Bush, la cui presenza è diventata incerta con il ricovero di entrambi i genitori in ospedale. Ci saranno entrambi i Clinton, con Hillary alla prima uscita ufficiale dopo la sconfitta, e il cardinale Dolan dell'arcivescovado di New York, roccaforte della chiesa conservatrice americana. Sei i ministri di culto chiamati a pregare dal pulpito: tra loro un evangelista, un rabbino, un pastore interconfessionale, con la visibile assenza di un iman musulmano. Trump aveva commissionato la scrittura del discorso che pronuncerà domani mattina al suo fedele collaboratore Stephen Miller. Poi il presidente eletto ha preso in mano il testo e lo ha riscritto in buona parte.

Ha voluto porre maggiore enfasi sulle iniziative per i primi cento giorni: dal rimpatrio dei clandestini alla costruzione del muro sul confine con il Messico; dall'annuncio della nuova disciplina fiscale alla rottura dei trattati commerciali con Messico, Canada, e l'area del Pacifico. La cerimonia del giuramento sarà probabilmente accorciata, ma seguita dalla passeggiata su Pennsylvania Ave, dal Campidoglio alla Casa Bianca, con la moglie Ivanka al suo fianco. Sarà questo il primo test sulla popolarità del nuovo presidente, la prima esposizione al pubblico non selezionato che lo aspetta oltre le transenne. Tra la folla ci sono già assiepati migliaia di americani per protestare. Ci saranno anche i sostenitori del presidente impegnati in manifestazioni parallele. Sarà questo il giorno di maggior tensione, con 5.000 poliziotti già convocati ad impedire incontri troppo ravvicinati tra i due gruppi.

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