Usa, Trump mostra i muscoli: ecco la portaerei da 13 miliardi di dollari

Usa, Trump mostra i muscoli: ecco la portaerei da 13 miliardi di dollari
di Luca Marfé
Lunedì 24 Luglio 2017, 11:03 - Ultimo agg. 15:09
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NEW YORK - «Acciaio e mani americane hanno appena costruito un messaggio da 100mila tonnellate al mondo: gli americani NON POSSONO ESSERE SECONDI A NESSUNO!».



I caratteri cubitali in chiusura non lasciano spazio a dubbi: la nuova relazione tra gli Stati Uniti e gli altri attori internazionali passa, infatti, anche e soprattutto per l’account Twitter di Donald Trump.

Il “messaggio”, invece, è una nuova portaerei, la Uss Gerald Ford: un mostro da 13 miliardi di dollari, una vera e propria macchina da guerra, la più grande di sempre.

Con il presidente che sa come fregiarsi di certi simboli che per l’America dei suoi sostenitori diventano già di per sé dei traguardi fatti di orgoglio e muscoli. Sostenitori che agita ad arte calcando la mano della sua narrativa patriottica: «Ovunque questa nave taglierà l’orizzonte, i nostri alleati dormiranno sonni tranquilli e i nostri nemici tremeranno di paura perché sapranno che l’America sta arrivando e sta arrivando possente».

La cerimonia di varo ha avuto luogo in Virginia e, anche se il gigante a propulsione nucleare non sarà effettivamente operativo prima del 2020, le parole di Trump sono volate con forza dalla quieta cittadina di Norfolk all’agitato scenario asiatico, in particolare a quella Corea del Nord con cui continua un braccio di ferro teso e neanche troppo silenzioso.

Non solo, però.

L’altro interlocutore d’eccellenza, infatti, è quello che il tycoon non cita, ma cui guarda veramente: quella Cina che, a sua volta, ha da poco lanciato la sua seconda portaerei ed il suo più avanzato cacciatorpediniere di sempre.

Un gioco al rialzo, insomma, che sul piano internazionale sa tanto di corsa al riarmo. E che viceversa, dentro il perimetro dei confini a stelle e strisce, Trump sfrutta magistralmente in una doppia chiave: da un lato, come oramai ha abituato già da tempo, per distrarre il suo pubblico dalle grane e dall’impasse di politica interna; dall’altro, per strizzare l’occhio all’America delle acciaierie e di quegli operai, le cosiddette “tute blu”, cui ha promesso una sorta di ritorno al passato, una via di fuga dal demone della globalizzazione.

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