Tomasa, la madre di sei figli
che alleva i soldati della Jihad

Tomasa, la jihadista partita per la Siria, con i sei figli consacrati allo Stato islamico
Tomasa, la jihadista partita per la Siria, con i sei figli consacrati allo Stato islamico
di Paola Del Vecchio
Venerdì 25 Agosto 2017, 13:09 - Ultimo agg. 22:24
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Madrid. Un’intera famiglia consacrata alla jihad per lo Stato islamico. È quella di Muhammad Yasin Ahram Perez, il 22enne ‘El Cordobes’, il terrorista protagonista del video, il primo in spagnolo diffuso dall’Isis, che minaccia nuovi e peggiori attentati in Spagna, se Madrid non uscirà dalla coalizione internazionale contro Daesh. Il giovane jihadista, magro e con la barba lunga, che si auto denomina Abu Lais ‘El Cordobes’, è nato e ha vissuto a Cordoba, in Andalusia, fino ai 6 anni, quando la madre, Tomasa Perez Mollejas, una studentessa di una famiglia di noti costruttori di Marbella, che a 17 anni lasciò tutto per unirsi a un soldato marocchino della jihad, con i 6 figli decise di abbracciare la causa terrorista, dopo l’arresto del compagno Abdelah Ahram, noto come ‘Abu Yassin El Andalusi’, che sta scontando una condanna a 10 anni per terrorismo a Tangeri.

Nel dicembre 2014, Tomasa, che oggi ha 41 anni,  partì per la Siria e si convertì nella prima donna occidentale a unirsi al Daesh. Nel video diffuso nelle reti sociali, El Cordobes, assieme a un altro terrorista col volto coperto da passamontagna, celebra gli attacchi di Barcellona e Cambrils, ed eleva in maniera esponenziale la minaccia terrorista. «Si tratta solo della prima battaglia» per la riconquista de Al Andalus, che «con il permesso di Allah, tornerà ad essere quello che è stata, terra del califfato», afferma Muhammad Yasin, che rivendica allo Stato Islamico il territorio nella penisola iberica rimasto sotto il dominio arabo dal 711 alla caduta del Regno di Granada, nel 1942, con i re Cattolici. «Se non puoi fare la hegira (il viaggio) allo Stato Islamico, la jihad non ha frontiere. Fate la guerra santa ovunque siate, inshallah (se dio vuole), Allah sarà contento di voi», aggiunge nel messaggio l’hijadista in spagnolo con acceto arabo.

Come Muhammad Yassin, anche gli altri quattro fratelli e una sorella sono pronti a morire per la causa, alla quale sono stati educati fin da bambini dai genitori, assicurano fonti dell’antiterrorismo citate da El Mundo. Il nonno, Ramon Perez, noto costruttore della Costa del Sol originario di Cordoba, è sotto choc dopo aver visto il video: «Ho la pelle d’oca, non riesco a credere in cosa sia diventato Yassin. E’ un orrore, un orrore», ha dichiarato al quotidiano. L’imprenditore non vede la figlia Tomasa da oltre tre lustri. Era una ragazza normale, che frequentava la scuola, faceva sport, usciva con gli amici: “Non le è mai mancato nulla”, assicura il padre. Poi, negli anni ’90, incrociò Abdelah Ahram, immigrato marocchino giunto attraverso lo Stretto di Gibilterra. Si conobbero nella casa che la famiglia di Tomasa possiede a Pedro Abad, in provincia di Cordoba, dove fu costruita una moschea. La ragazza rimase incinta del primogenito, che nacque nel 1995, e fu battezzato come Muhammad Yasin, il primo nome in onore del profeta Allah, il secondo mutuato dal padre, noto come Abu Yassin, El Andalusí. Un anno dopo nacque Musa Nosair, il secondo figlio, a sua volta jihadista. Dopo il secondogenito, la coppia si trasferì ad Alcolea, un umile quariere fuori Cordova, dove i vicini oggi ricordano quella singolare famiglia, fatta di rigore e religione. «I bambini non uscivano mai in strada. Sempre chiusi in casa. Quando Dolores, la proprietaria di casa di Tomasa, le chiese perché usasse il velo, lei rispose seccamente che, se le dava fastidio, se ne sarebbe andata via con la famiglia», assicura una vicina a El Pais. Dopo i primi anni a  Cordoba, la famiglia, che intanto cresceva, si trasferì prima a Barcellona e poi a Ceuta, l’enclave spagnola in Marocco. E, alla fine del 2014, dopo l’arresto del padre, Tomasa con i sei figli – Muhammad, Musa, Islam, Ousana, Qoudama e Yunes, la unica femmina – si trasferirono in Siria.

Carmen, la madre della ‘soldatessa’ della jihad, non ha sue notizie dirette di Tomasa da 17 anni. L’ultima volta la vide ad Algesiras, accorrendo alla sua chiamata perché aveva sofferto un aborto naturale. Oggi non sa nemmeno se sia viva o morta. 
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