Non solo Usa: anche Israele fuori dall’Unesco

Non solo Usa: anche Israele fuori dall’Unesco
di Luca Marfé
Venerdì 13 Ottobre 2017, 12:15
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NEW YORK - Non solo Trump e Stati Uniti: anche Israele fuori dall’Unesco.

Lo ha stabilito Benjamin Nethanyahu, premier nonché ministro degli esteri dell’alleato storico di Washington.

Questa la sua stringata, ma energica dichiarazione: «Prepareremo l’uscita di Israele dall’Unesco in parallelo con gli Usa». E ha aggiunto, senza troppi giri di parole come del resto è nel suo stile: «La decisione del presidente Trump è coraggiosa e morale perché l’Unesco è diventato un teatro dell’assurdo e perché, anziché preservare la storia, la distorce».



Sin dalle prime battute relative alla nuova posizione della Casa Bianca, si era capito che il principale oggetto del contendere fosse proprio Israele e, più nel dettaglio, il riconoscimento dello stato palestinese da parte dell’organizzazione con sede a Parigi.

Non proprio un fulmine a ciel sereno, però.

I malumori americani sono precedenti e, per certi versi, anche di molti anni. Ronald Reagan nell’oramai lontano 1984 si rese protagonista di uno strappo simile. Ma non c’è bisogno di rivolgere attenzioni e memoria tanto in là nel passato. Anche negli ultimi tempi la tensione in generale si era fatta piuttosto palese, nei confronti dell’Unesco e non solo.

Il gigante a stelle e strisce, infatti, è il più importante finanziatore dell’intera macchina che ruota attorno al Palazzo di Vetro. Gli ultimi dati evidenziano versamenti pari al 22% dei 5,4 miliardi di dollari di cui si compone il bilancio biennale dell’Onu. In buona sostanza, circa un quarto di quello stesso apparato di cui Trump, prima ancora di essere eletto, aveva invocato una corposa riforma.

Il presidente ragiona da imprenditore e non ha mai nascosto il suo disappunto attorno a «risultati scarsi e quasi mai in linea con gli investimenti fatti».

All’approccio dell’uomo d’affari si somma inoltre la sua naturale simpatia per Israele.



Tra le altre cose, infine, il suo genero e consigliere anziano Jared Kushner è figlio di due superstiti dell’Olocausto ed ha portato la stessa Ivanka Trump a convertirsi all’ebraismo alla vigilia del loro matrimonio.

Insomma, Washington e Tel Aviv mai così vicine. E, parallelamente, mai così lontane dalle dinamiche di un multilateralismo, europeo e mondiale, considerato stanco ed eccessivamente burocratizzato. Se non, peggio ancora, di parte.


(Irina Bokova, direttore generale dell'Unesco, ha espresso «Grande rammarico» per l'uscita degli Usa - Photo © Luca Marfé)
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