Obama a Cuba entro fine di marzo, ira di Cruz e Rubio: «Assurdo far visita a un dittatore»

Obama a Cuba entro fine di marzo, ira di Cruz e Rubio: «Assurdo far visita a un dittatore»
Giovedì 18 Febbraio 2016, 10:47 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 16:48
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Barack Obama si recherà in visita entro la fine di marzo, primo presidente americano da Calvin Coolidge, che si recò nell'isola nel 1928. La storica visita, con cui il presidente completerà il processo di riavvicinamento all'Avana avviato con la storica svolta del dicembre 2014, sarà annunciata ufficialmente oggi come tappa di un più ampio tour in America Latina, ha reso noto una fonte della Casa Bianca all'Abcnews.

Obama aveva già anticipato in un'intervista lo scorso dicembre la sua intenzione di recarsi a Cuba prima della fine del suo mandato, ponendo però alcune condizioni: «Se mi recherò in visita, allora una parte dell'accordo è che io possa parlare con tutti, lo ho chiarito nei miei colloqui diretti con il presidente Castro, precisando però che noi avremmo continuato a cercare il dialogo con chi vuole aumentare la libertà di espressione a Cuba». L'annuncio della visita di Obama è destinato a provocare la reazione negativa dei repubblicani, che si sono opposti alla svolta di Obama che in questi mesi ha portato alla riapertura, la scorsa estate, delle ambasciate nei due Paesi e, prima ancora, alla rimozione di Cuba dalla lista del Dipartimento di Stato dei paesi sponsor del terrorismo.

«Temo che entro la fine dell'anno Barack Obama intenda restituire la base di Guantanamo a Cuba, spero che non lo faccia, credo che sia un grave rischio». È quanto ha detto Ted Cruz, candidato alla nomination repubblicana alla Casa Bianca, commentando, durante un dibattito elettorale trasmesso dalla Cnn, la notizia che il presidente democratico si recherà entro la fine di marzo in visita all'Avana. Il senatore del Texas di origine cubana critica si è poi detto «rattristato ma non sorpreso» dall'annuncio della visita del presidente democratico, affermando poi che, da parte sua, non si recherebbe mai nell'isola «fino a quando i Castro rimangono al potere».
La mia famiglia, ha aggiunto, «ha conosciuto direttamente l'oppressione e la malvagità» del loro regime. Anche l'altro candidato alla nomination repubblicana di origine cubana, Marco Rubio, ha dichiarato che, se eletto alla Casa Bianca, non si recherebbe mai a Cuba senza un cambio di regime. «Non è una Cuba libera - ha detto - il problema con il governo cubano è che non solo una dittatura comunita ma è anche una dittatura comunista anti-americana. Voglio che le relazioni cambino, ma lo sforzo deve essere reciproco».


Oggi, intanto, per celebrare il White House Black History Month, il mese della storia afroamericana, Barack Obama oggi ha invitato alla Casa Bianca attivisti del movimento per i diritti civili di ieri e di oggi, tra i quali esponenti di Black Lives Matter, movimento protagonista delle proteste contro l'eccessiva violenza della polizia sui giovani neri. Secondo quanto si rende noto alla Casa Bianca, l'incontro sarà l'occasione di «discutere, tra l'altro, degli sforzi dell'amministrazione per la riforma della giustizia, con l'obiettivo di costruire la fiducia tre le forze dell'ordine e delle comunità che proteggono». All'incontro partecipano John Lewis, il deputato della Georgia storico leader del movimento dei diritti civili, il presidente della Naacp, Cornell William Brooks, il reverendo Al Sharpton ed i fondatori di Campaign Zero, campagna che porta avanti un piano di riforma per «mettere fine alla violenza della polizia», DeRay Mckesson e Brittany Packnett. L'incontro arriva in un momento in cui i due candidati alla nomination democratica, Hillary Clinton e Bernie Sanders, stanno corteggiando il voto dell'elettorato afroamericano, che è stata una componente essenziale dei successi elettorali di Obama.


 
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