Usa, Trump mostra i muscoli: «Opzione militare per distruggere la Corea del Nord»

Usa, Trump mostra i muscoli: «Opzione militare per distruggere la Corea del Nord»
di Luca Marfé
Mercoledì 2 Agosto 2017, 20:14 - Ultimo agg. 3 Agosto, 17:32
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NEW YORK - «Esiste un’opzione militare per distruggere il programma missilistico nordcoreano e la stessa Corea del Nord». Parole roboanti quelle pronunciate da Donald Trump e riportate in diretta televisiva su Nbc News dal senatore Lindsay Graham, ospite del popolare talk show “Today”.

Al di là delle recenti tensioni, dunque, la possibilità di una guerra vera tra Washington e Pyongyang prende forma attorno alle continue provocazioni del regime di Kim Jong-un.

«Me lo ha detto il presidente ed io gli credo», ha proseguito il senatore repubblicano. «E, se fossi nei panni della Cina, non soltanto gli crederei, ma farei qualcosa al riguardo».

Cina che, proprio nei giorni scorsi, era stata richiamata all’ordine da Trump perché ritenuta colpevole di non aver mosso un dito nei confronti dello scomodo vicino di casa.

Ma le dichiarazioni di Graham vanno se possibile ancora oltre e definiscono in qualche modo quello che potrebbe essere il quadro di un vero e proprio intervento: «Se dovesse esserci una guerra per fermare Kim, sarebbe senza dubbio laggiù. Se moriranno in migliaia, moriranno lì. Nessuno morirà qui negli Stati Uniti, questo Trump me lo ha detto in faccia».



Del resto, ha proseguito come un fiume in piena, «quando sei presidente di un Paese devi lealtà alla tua gente» e, in buona sostanza, non a tutti quanti gli altri. Riferimento neanche troppo velato per quel Barack Obama accusato a più riprese dalla destra a stelle e strisce di essersi reso protagonista nel corso del suo ottennato di atteggiamenti più aderenti alla figura di un segretario generale delle Nazioni Unite che non del leader di una delle grandi superpotenze mondiali.

Secondo gli esperti militari che affiancano Trump in questa fase così delicata, sempre sulla base di quanto sostenuto da Graham durante la trasmissione televisiva, non ci sarebbero opzioni pacifiche valide allo spinoso dossier nordcoreano. Pare viceversa che al presidente siano stati sottoposti dei piani per installare degli ordigni nucleari sul territorio dell’alleato sudcoreano e, addirittura, per uccidere Kim Jong-un.

Il senatore non ha esitato a definire possibilità di questo tipo come eventuali e plateali «errori», assestandosi così sulla stessa linea del segretario di Stato Rex Tillerson che, nel frattempo, con fare assai più diplomatico, prova a stemperare i toni dell’intera vicenda affermando che «gli Stati Uniti non puntano ad un cambio di regime». 

Tillerson che tuttavia, come è oramai ben noto in seno agli ambienti istituzionali di Washington, appare sempre più distante dalla sostanza, dagli umori e dalle maniere di una Casa Bianca con cui potrebbe maturare una clamorosa rottura da un momento all’altro.

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