Alfano e Berlusconi, la rottura è a un passo

Berlusconi e Alfano
Berlusconi e Alfano
di Claudia Terracina
Lunedì 11 Novembre 2013, 09:55 - Ultimo agg. 12:13
3 Minuti di Lettura

Alfano e Berlusconi a un passo dalla rottura. Anche se dovessi decadere dal Senato continua a sostenere il governo, l’appello del segretario del Pdl, intervistato da Maria Latella su Sky. Ma il Cavaliere non lo ascolta e, senza nominarlo, avverte i dissidenti: «Siate leali o farete la fine di Gianfranco Fini. Come potete pensare di appoggiare un governo che commette un omicidio politico contro di me?». Di più. L’accenno di Alfano alla sua impossibilità a candidarsi alle prossime elezioni, «che sarebbero un danno per il Paese e per il Pdl» e il consiglio di «aspettare il prossimo giro per ripresentarsi premier» lo fa letteralmente infuriare. E, in un’intervista all’Huffington post, chiarisce chi comanda inaugurando, di fatto, la campagna elettorale.

REVISIONE DEL PROCESSO

Alfano cerca di rabbonirlo spiegandogli che «ha ancora cartucce da giocare per il suo caso giudiziario che non è ancora chiuso». Ebbene, Berlusconi va oltre e in una telefonata a un incontro del Pdl di Camaiore, pubblicata dal sito Versiliatoday, si spinge a dirsi «sicuro che presentando la revisione del mio processo, con nuove testimonianze e documenti esclusivi, io riuscirò ad uscire da questo incubo, e portare Forza Italia ancora sulla via del successo elettorale, a partire dalle elezioni per il Parlamento europeo». Chi lo consigliava di dimettersi è servito.

Esultano i lealisti, già all’attacco di Alfano. Da Fitto che lo accusa di «aver tradito Berlusconi, ma anche se stesso e la sua storia», alla Santanchè, che lo azzanna proponendogli di «iscriversi alle primarie del Pd». L’intervista, nella quale lo strappo all’interno del Pdl è diventato lampante, è stata vissuta come «uno schiaffo» anche dal Cavaliere, che ha reagito rompendo il silenzio e gli indugi sulla creazione della nuova Forza Italia. Tuttavia, i dissidenti non demordono e difendono Alfano. A questo punto, la scissione appare inevitabile e potrebbe materializzarsi sabato nel Consiglio nazionale.

Ma ora i governativi sono avvertiti. Se si rivolteranno contro il padre, «faranno la fine dei futuristi di Fini». Non a caso Alfano ha evocato di nuovo «il metodo Boffo». Ma Berlusconi è fin troppo chiaro. «Se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte - ammonisce - è nel loro interesse ascoltarli, per non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita». Dunque, scelgano loro se aderire alla nuova Forza Italia «e al suo messaggio di libertà che vuole parlare a quanti si oppongono a uno Stato opprimente». Oppure no, con le conseguenze del caso, come insegna la vicenda che ha portato all’espulsione di Fini dal partito.

Berlusconi è all’attacco e promette di dare battaglia, anche se promette di «non voler rottamare nulla. Non sono uno sfasciacarrozze. Valorizzerò al massimo le capacità di ciascuno». Certo, non nasconde l’amarezza per il comportamento di Alfano. Ma ormai il dado è tratto e la rottura del Pdl, nonché la crisi di governo, sembrano inevitabili. L’ex premier è perentorio. «Inviterei chi coltiva dubbi ad ascoltare i cittadini sia sulla legge di stabilità che sulla mia decadenza. E ricordino che il tema non è quello di essere leali a Silvio Berlusconi, ma ai nostri elettori e ai programmi su cui ci hanno dato il consenso». Detto questo, spiega all’Huffington quale sarà il modello della nuova Forza Italia: «Da un lato, la presenza capillare sul territorio, con i Club fino nei comuni più piccoli. Al vertice ci sono le nostre idee e i nostri programmi liberali che devono viaggiare sulle gambe delle persone, nuove e giovani, dei media e della rete».

© RIPRODUZIONE RISERVATA