Alfano: non c'è fronda nel Pdl. Scajola:
non siamo carbonari, ma serve una scossa

Scajola e Pisanu
Scajola e Pisanu
Sabato 8 Ottobre 2011, 12:23 - Ultimo agg. 7 Novembre, 23:45
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ROMA - Non c' alcuna fronda interna al Pdl, ma dei soggetti importanti, come Claudio Scajola, che pongono questioni che non vanno sottovalutate. Lo ha detto il segretario del Popolo della libert, Angelino Anfano, intervenuto a Palermo per inaugurare la sede regionale del partito. «La prossima settimana - ha aggiunto - incontrerò Scajola per valutare i quesiti politici che ha posto».



Alfano: nessun passo indietro di Berlusconi.
«Le regole della democrazia funzionano così: chi vince governa per il tempo che la costituzione gli assegna» risponde Alfano alla domanda se Berlusconi intende fare un passo indietro come chiesto dal leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. «Al 2013 - aggiunge - dovremo e potremo arrivare con un ulteriore programma di riforme: fisco, architettura dello Stato e giustizia».



«Non ho mai interrotto il dialogo con nessuno, ma non deve essere un bla-bla reciproco - ha detto Alfano, rispondendo a una domanda sui rapporti con il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini - Abbiamo intenzione di fare qualcosa di importante e ambizioso: unire i moderati italiani sotto la bandiera del Ppe. Ciò che in Europa è unito in Italia non può essere diviso da una congiuntura che crea problemi».



Il Pd è incapace di decidere anche in casa propria - dice Alfano - E' bastato osservare ciò che è accaduto con le elezioni del presidente dell'Anci e di Bernardo Mattarella a giudice costituzionale. Chi non sa decidere in casa propria non può farlo per il Paese. Nel Pdl dobbiamo superare la sindrome dello sconfittismo, perchévinceremo di nuovo».



Scajola: Berlusconi dia una scossa. «È necessario - dice Claudio Scajola - che Berlusconi sia artefice di una grande scossa, di una grande svolta, come fece nel '94 quando fermò la macchina da guerra di Occhetto. Altrimenti il Paese non si salva. Non siamo né carbonari né chi pugnala alle spalle» ha aggiunto Scajola a proposito del documento dei presunti 'ribellì del Pdl.



«C'è bisogno di un governo che abbia una maggioranza parlamentare più vasta per garantire di poter uscire dalla situazione difficile in cui ci troviamo - dice Scajola - Bisogna che il governo riesca a darsi, attraverso Berlusconi che ha salvato l'Italia nel '94, una forte scossa e che prenda in mano la situazione difficile per allargare il consenso parlamentare».



«Il Pdl non è mai nato e c'è bisogno di costruire un percorso dove il nuovo partito possa essere il raccoglitore dei moderati che si sono persi durante questo anomali bopolarismo - dice Scajola - Nessuno può pensare possa rinascere la Dc ma ritengo sia utile poter ritrovare insieme tutti coloro che si riconoscono in certi valori per un progetto nuovo che può essere chiamato il partito dei moderati e che possa mettere insieme tradizioni importanti della cultura occidentale, tra cattolici e laici. Per la verità il Pdl non è mai nato perché Berlusconi, con la sua geniale intuizione del 2008, ha capito che c'era una frammentazione che godeva di rendite di posizione ma non semplificava il quadro politico e ha cercato quindi di unire queste diverse componenti. Si è costruito un primo contenitore ma non si è portato a compimento mischiandole tutte insieme».



«L'attacco mediatico e giudiziario non ha eliminato, ma ha ridotto il carisma di Berlusconi - dice Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera - Noi dobbiamo surrogare con un partito democratico e organizzato sul territorio che riprenda l'ispirazione originaria della Democrazia cristiana che era interclassista».



Pd: non siamo un partito padronale. «Diciamocelo con franchezza - dice Giorgio Merlo, vice presidente della commissione di vigilanza Rai - Che esista un dibattito non sempre chiaro, nel Pd come nel Pdl, è fuor di dubbio. Ma l'onorevole Alfano, per onestà intellettuale, dovrebbe almeno riconoscere una verità elementare che è sotto gli occhi di tutti. E cioè, il Pd è l'unico partito in Europa che ha eletto il suo segretario con le primarie. Il Pdl, invece, è uno dei tanti partiti padronali dove il segretario viene indicato dal "principale". Una differenza che la dice lunga sul profilo politico e democratico dei rispettivi partiti».



Silvio Berlusconi, volato in Russia per festeggiare il compleanno di Vladimir Putin, aveva rilanciato ieri sulla durata della legislatura, escludendo elezioni anticipate. Guidare il governo «è un fardello di cui personalmente mi libererei molto volentieri - ha affermato in un messaggio ai Promotori della libertà - se non fosse che una crisi di governo sarebbe l’ultima cosa di cui l’Italia in questo momento ha bisogno».



Le elezioni anticipate? «Non servirebbero a nulla» e a chi lavora per farlo cadere, il premier ricorda: «Abbiamo i numeri per arrivare fino in fondo alla legislatura, come prevede la nostra Costituzione. E andremo avanti per completare il nostro programma di riforme. Purtroppo per la sinistra, non c’è un’alternativa al nostro governo».



Di Pietro: eliminare la testa, Napolitano si rivolga alle Camere. «Ha ragione Draghi nell’insistere sulla necessità di affrontare la crisi nel nostro Paese, ma la prima cosa da fare è eliminare la testa della crisi, cioè chi ha provocato e chi può continuare a provocare la crisi». Così Antonio Di Pietro. «L’Italia è in una crisi spaventosa per la mancanza di credibilità delle nostre istituzioni e, soprattutto, la mancanza di credibilità del governo del nostro paese. Il primo passo è la revoca della fiducia al governo Berlusconi. Questo parlamento, se ha un po’ di dignità, deve farlo. Se non riesce a farlo, il Capo dello Stato, con un messaggio alle Camere, deve mettere di fronte alle proprie responsabilità quei parlamentari che stanno svendendo il proprio voto vendendo la nostra dignità nazionale».



Frondisti del Pdl, Berruti, Berlusconi sia padre nobile di maggioranza più ampia. Nessuno nel Pdl trama per far cadere il governo e Massimo Maria Berruti lo dice in un’intervista: «Ho partecipato alla cena con Claudio Scajola, ma non si è mai parlato di un’ipotesi del genere. Qui non c’è nessuno - assicura - che voglia mandare a casa l’esecutivo. Non sono un complottardo. Berlusconi ci ha salvati dalla deriva nel ‘94 e oggi può di nuovo salvare la nazione. Ha l’occasione di essere il papà nobile di questa cosa».



Cicchitto: frondisti rischiano salto nel buio. «Un governo di unità nazionale con Silvio Berlusconi costretto al passo indietro è il sogno di una notte di mezza estate. E sarebbe un salto nel buio. Anche per chi, dall’interno, dovesse provocarlo». Così, in un’altra intervista interviene il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto.



Casini: Berlusconi si faccia da parte. «L’unica cosa credibile che il premier possa fare è farsi da parte: non certo per andare in esilio, ma per concorrere in modo diverso alla vita democratica». Lo afferma il leader Udc Pier Ferdinando Casini che aggounge: «È giunto il momento che le forze più serie di destra e di sinistra si facciano carico di un governo di responsabilità nazionale».



Veltroni: no a elezioni anticipate ma serve nuovo governo. «Il Paese è a un passo dal baratro» ma «noi non possiamo rispondere nè con “Forza Gnocca” nè precipitando l’Italia verso elezioni che sarebbero precedute, nel pieno di questa devastante crisi, da mesi di confusione e rissa politica». Lo afferma Walter Veltroni in un’intervista.



Fini: non è più tempo del “ci penso io”. «Se Berlusconi amasse l'Italia farebbe un pasos indietro. Il vizio della politica italiana è quello di usare lo specchietto retrovisore o di pensare solo al presente. Non ci si chiede quale sara lo scenario tra 10 anni. È finito il tempo dell’autocandidatura del “ci penso io” o del “faccio tutto io”». Lo ha detto il Presidente della Camera Gianfranco Fini intervenendo a Confindustria Palermo davanti alla platea degli imprenditori. «Le ultime vicende dimostrano che servono interventi traumaturgici», ha aggiunto.



Prestigiacomo: spero che governo arrivi al 2013.
«Spero che il governo arrivi alla naturale scadenza del 2013: l’idea che l’Esecutivo possa essere buttato giù da operazioni di palazzo, ci porta indietro nella storia». Lo ha detto il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo.



De Benedetti: governo è la fine della corsa. «Mi pare evidente che questo governo sia a fine corsa ma se mi si chiede se Berlusconi farà un passo indietro, conoscendolo, la mia risposta è no. Se mi si chiede se sarà costretto a farlo, la mia risposta è sì». Così il Carlo De Benedetti, a margine della cerimonia per la commemorazione dei 50 anni della morte di Luigi Einaudi, interpellato dai cronisti.



Capezzone: parole da capo di partito. «Le parole di Carlo De Benedetti riportate in questi minuti dalle agenzie spiegano ancora una volta a tutti che è stato ed è in campo un partito di Repubblica, con tanto di indicazione di obiettivi e nemici politici. E la sinistra italiana? Sta a rimorchio e prende diligentemente nota di queste indicazioni. Lo dichiara Daniele Capezzone, portavoce Pdl.



Napolitano: governo di tregua? Solo riferimento storico. Giorgio Napolitano ha spiegato che il suo ricordo del governo di tregua formato nel 1953 da Giuseppe Pella aveva un valore puramente storico senza riferimenti all’attualità. Lo ha detto durante la celebrazione di Luigi Einaudi a Dogliani, auspicando «più distacco». «Qualche giorno fa, una occasionale reminiscenza storica da parte mia, durante la visita al Consiglio comunale di Biella, dove - ha detto il presidente della Repubblica - su un seggio è segnato ancora il nome di Giuseppe Pella che lo occupò a lungo, mi ha portato a fare un richiamo al governo che egli formò nel 1953 su incarico di Einaudi. Quel richiamo è bastato a indurre solerti commentatori a immaginare scenari di attualità. Spero si giunga a recuperare un po’ di distacco quando si discute di fatti storici».
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