Alfano all’Onu: «Italia protagonista
No alla proliferazione del nucleare»

Alfano all’Onu: «Italia protagonista No alla proliferazione del nucleare»
di Luca Marfé
Venerdì 22 Settembre 2017, 08:51 - Ultimo agg. 22:52
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NEW YORK - Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha offerto a margine dei lavori tuttora in corso della 72esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite un quadro ampio e dettagliato della posizione italiana sui temi più caldi del momento. «È stata una settimana molto intensa, in cui l’Italia ha giocato una partita da protagonista».
 


Il titolare della Farnesina fa riferimento in particolare alla Libia, alla sua stabilizzazione «che resta una priorità» e alla più vasta questione dei diritti umani. «Abbiamo vinto una sfida difficilissima, siamo riusciti a celebrare il matrimonio tra rigore e umanità, dimostrando che non si tratta di princìpi antagonisti».

La presenza di quest’anno in Consiglio di Sicurezza impone ritmi serrati e responsabilità precise e il nostro Paese è pronto sia agli uni che alle altre. «Abbiamo avuto un profilo di grande visibilità esterna, ma anche di sostanza». Insomma, ribadisce il ministro, «nel foro in assoluto più ampio, che è quello delle Nazioni Unite appunto, abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farla». Al di là dei dossier su cui l’Italia è al lavoro, Alfano è stato chiamato a commentare le roboanti parole di Donald Trump.

«Trump ha pronunciato all’Onu un discorso che non è differente dall’impianto delle cose che aveva sostenuto in campagna elettorale. Quindi gli va riconosciuto che, nel tempio del multilateralismo, non ha voluto fare un discorso conformista, ma ha provato ad affermare una posizione tesa a conciliare proprio il multilateralismo con l’indipendenza e la sovranità dei singoli stati». E ha concluso al riguardo: «A mio avviso lo ha fatto con chiarezza. È un approccio conforme alla nuova amministrazione americana e a ciò che l’allora candidato aveva detto durante la campagna elettorale». Nessuna sorpresa, dunque. Un giudizio oggettivo, quello del ministro, teso a sottolineare la solidità dell’amicizia tra due Paesi alleati e legati a doppio nodo.

Sempre in merito agli Stati Uniti, inoltre, Alfano rilancia e coglie degli aspetti ulteriormente positivi: «L’incontro tra il presidente e il nuovo segretario generale António Guterres ha consolidato il sostegno pieno alla riforma dell’Onu». Un passo in avanti nella collaborazione «perché l’amministrazione americana è a bordo di questo nuovo processo. Dal paragone delle dichiarazioni di questi giorni con quelle di inizio mandato, credo emergano elementi positivi e di avanzamento».

Sul linguaggio è ancora più chiaro: «È stato l’anno del superamento delle ipocrisie. Un dibattito molto schietto, non si è fatto un grande uso del dizionario dei sinonimi per dire esattamente ciò che si pensa. In fondo è meglio così, c’è un grande ritorno della sostanza».



Riguardo alla Corea del Nord, invece, Alfano sottolinea l’obbligo per l’Italia, Paese presidente del comitato sanzioni, di evitare un eventuale impatto umanitario. «Le sanzioni non sono contro i popoli. Sono e devono essere lo strumento e il mezzo per indurre gli stati a rientrare nel perimetro della legalità internazionale».

«La nostra posizione? Premere affinché le risoluzioni già deliberate esprimano tutta la loro efficacia. Se non dovesse essere sufficiente, saremmo favorevoli ad un ulteriore inasprimento». Non nasconde, infine, anche un pizzico di emozione: «Non è la mia prima volta all’Onu, ma è stato un grande onore, una bella responsabilità, partecipare personalmente in rappresentanza dell’Italia, peraltro in un momento così importante».
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