Assemblea Pd
Renzi blinda Guerini

Assemblea Pd Renzi blinda Guerini
Sabato 23 Luglio 2016, 20:16 - Ultimo agg. 21:03
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ROMA - Matteo Renzi non ha alcuna intenzione di ridisegnare il Pd e i suoi ruoli prima del referendum. E così anche se il tema non entra nelle sei ore di confronto dell'assemblea nazionale, incentrata sull'Europa e sulle emergenze mondiali, a mezza bocca tutti i dirigenti fanno capire che per ora il vertice del partito, il duo Guerini-Serracchiani, non si tocca. «Il discorso del vicesegretario non esiste», chiarisce Luca Lotti che ritiene di essere stato travisato rispetto a una sua disponibilità a questo ruolo  Non che il segretario dem non ritenga, come il suo braccio destro, che il Pd vada aggiustato e rafforzato.

Le elezioni amministrative hanno evidenziato alcune falle, se non vere e proprie voragini, soprattutto al sud. Ed un intervento va pensato a maggior ragione in vista delle elezioni politiche che, nella road map renziana, restano fissate ad inizio 2018. Ma la nuova segreteria, così come una sterzata alla riorganizzazione del Pd sul territorio, non è ora all'ordine del giorno. Se ne riparla dopo il referendum ed infatti, chiudendo l'assemblea, il presidente Matteo Orfini convoca dopo la tappa referendaria la prossima riunione del parlamentino dem incentrata sul partito. Il referendum resta lo spartiacque anche per il futuro del Pd anche perchè, come già deciso in accordo con la minoranza, da lì si aprirà la stagione congressuale in cui, una volta per tutte, si consumerà la resa dei conti interna.

«Parliamo di Europa - spiega Renzi aprendo il suo intervento - perchè altrimenti i cittadini ci considererebbero persone che vivono su Marte. Non significa cercare di eliminare il dibattito interno nel Pd ma segnare la possibilità di essere seri e credibili, non mancheranno le discussioni». E qui il primo dei due affondi politici rivolti ai grillini, considerati ad ora gli unici avversari da battere: «Noi non andiamo di nascosto ad inseguire i lobbisti - o, sempre di nascosto, ad incontrare esponenti del mondo che abbiamo appena contestato». La seconda frecciata è al sindaco di Torino Chiara Appendino che «teme il Wifi mentre noi facciamo accordi con Amazon, Apple e Cisco». Attacco al quale Luigi Di Maio risponde a distanza: «Critiche senza senso, a giudicare dagli attacchi del Pd, sembra che loro siano all'opposizione del Paese e noi al governo. Tra un po' ci incolperanno anche delle troppe tasse in Italia».

Nel pragmatismo renziano, la nuova segreteria ha senso solo in chiave di maggiore incisività tra la gente e quindi di consensi. Per questo le sostituzioni saranno fatte pensando a persone in grado di stare a tempo pieno sul territorio. Deborah Serracchiani ha già dato la sua disponibilità a fare un passo indietro per concentrarsi sulla guida del Friuli Venezia Giulia ma c'è chi scommette che anche lei sarà confermata come vice. Guerini viene considerato intoccabile anche se lui stesso oggi ammette: «siamo sempre in discussione». Nell'ottica di un rafforzamento della squadra girano i nomi di Piero Fassino, candidato oggi da Silvia Costa al ruolo di responsabile delle politiche europee, e di Vasco Errani. Ma sono solo rumors: Renzi ha ora altre priorità.
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