Trionfo cinquestelle a Roma e Torino
Sala vince a Milano, Merola a Bologna

Trionfo cinquestelle a Roma e Torino Sala vince a Milano, Merola a Bologna
Domenica 19 Giugno 2016, 12:29 - Ultimo agg. 20 Giugno, 18:57
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Trionfo del M5S a Roma e Torino: Virgina Raggi sarà la prima sindaca della capitale con il 67,5% dei voti mentre Chiara Appendino conquista, con il 56,7%, il capoluogo piemontese scippandolo a Piero Fassino che si attesta intorno al 43,3%. A due ore dalla chiusura, le urne mostrano una sconfitta dei candidati Pd con l'eccezione di Bologna dove Merola è pronto a diventare il primo cittadino della città, lasciando indietro il centrodestra. L'alleanza Berlusconi-Salvini non sembra riuscire neanche nell'impresa di Milano dove Beppe Sala, dopo un iniziale testa a testa con Stefano Parisi, conquista la vittoria, facendo tirare un sospiro di sollievo ai Democratici. Senza sorpresa invece Napoli, dove si conferma la vittoria di De Magistris.

I cinque stelle si confermano così una «macchina da ballottaggi», come sono stati definiti dall'Istituto Cattaneo. Raggi conquista il Campidoglio doppiando il rivale Roberto Giachetti, che riconosce per primo la sconfitta assumendosene le «responsabilità» e annunciando un'opposizione «costruttiva ma determinata». Il M5S non viene dunque penalizzato da un'affluenza in calo rispetto al primo turno un pò ovunque: nella capitale il dato ufficiale si attesta al 50,19% contro il 57,02% del 5 giugno. Dati simili anche a Torino, Milano, Bologna mentre a Napoli la percentuale scende addirittura al 35%. Ed è ovviamente festa nella sede del comitato elettorale dei cinquestelle, dove in serata è arrivato David Casaleggio ed è atteso Beppe Grillo. M5S che ora guardano a Palazzo Chigi: «Siamo pronti a governare», dice il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio.

Se anche Forza Italia e la Lega puntano ad attribuire un valore nazionale alle elezioni amministrative con Mara Carfagna (portavoce dei deputati azzurri) che parla di «fallimento del renzismo» e Matteo Salvini che dice che gli italiani «non credono più a Renzi», i Democratici invece scelgono ovviamente la cautela: «A Roma - dice subito Ettore Rosato dopo la chiusura delle urne - pagano il disincanto degli elettori Pd». E poi assicura che il governo sarà vicino alla neosindaca, perché la priorità è il buongoverno della città. Ma il risultato, viene evidenziato in più occasioni dal capogruppo Pd, «non deve avere ricadute sul governo».
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