Ballottaggi, Mezzogiorno e regioni rosse: centrosinistra a rischio flop

Ballottaggi, Mezzogiorno e regioni rosse: centrosinistra a rischio flop
di Alberto Alfredo Tristano
Sabato 24 Giugno 2017, 08:44 - Ultimo agg. 12:33
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Il centrosinistra rischia di pagare ai ballottaggi l'erosione di consensi del Pd dovuta alla scissione di Mdp e alla litigiosità senza composizione che anima il campo. È questo il motivo, combinato al meccanismo del secondo turno che tende ad aggregare gli sconfitti del primo contro il blocco egemone, che consegna il rischio portato dal voto di domani, che porta alle urne 111 Comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti (solo in 49 dei 160 complessivi di questa categoria, sindaco e consiglio comunali sono stati decisi al primo voto). Lo studio dell'Istituto Cattaneo consegna un dato molto chiaro: l'incertezza segna l'esito delle elezioni amministrative in ben due terzi delle vicende nazionali, e tale incertezza si annida soprattutto nelle regioni rosse (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche) in cui la soglia percentuale di dubbio supera addirittura il 58%, a seguire c'è il Sud (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata e Molise) con il 52%. Al riguardo è da sottolineare che proprio sulla linea centro-meridionale si trovano i casi particolari nei quali le previsioni sono più difficile: i punteggi più elevati di incertezza sono offerti da Santeramo in Colle (Bari), Grottaferrata (Roma), Termini Imerese (Palermo), Ortona (Chieti) e al quinto posto il primo capoluogo della classifica, Taranto. In molti di questi Comuni i due sfidanti si sono collocati a pochi punti percentuali (talora meno di 1) di differenza, e molto conterà la capacità dei candidati di ri-mobilitare i propri elettori conquistandone altri.

A stare ai risultati del primo tempo elettorale, i vincitori momentanei appaiono centrosinistra e liste civiche; negativo il bilancio del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle. Scendendo però più in profondità nel quadro elettorale, si evidenzia che in 73 Comuni (due su tre al voto) si propone il classico schema bipolare: centrosinistra contro centrodestra. In altri 18 casi, una delle due coalizioni si troverà a contendere la vittoria a una lista civica. Quindi, le due coalizioni dominano questa sfida, comparendo nel 90% delle vicende. Ecco perché queste amministrative consentono di essere un valido termometro per misurare il peso delle due formazioni che hanno monopolizzato la Seconda Repubblica. Naturalmente molto è cambiato con l'impatto del Movimento Cinque Stelle. Che in questa tornata paga ancora una volta la difficoltà ad accedere ai ballottaggi (in 21 Comuni sui 11 non ha presentato neppure un candidato), anche se è da ricordare che propri ai ballottaggi in questi anni il Movimento ha giocato da asso pigliatutto nelle clamorose vicende di Roma, Torino, Livorno e Parma. Solo in un caso (Carrara) i Cinque stelle sono stati la lista più votata; in 9 sono arrivati al ballottaggio; in 21 sono terzi; in ben 59 hanno avuto un ruolo del tutto marginale. E tuttavia, scrive l'Istituto Cattaneo, «la partita delle amministrative per il partito di Grillo non si è ancora conclusa e, se riuscisse a vincere almeno la metà dei ballottaggi in cui è presente (10 in tutto), il suo bilancio finale sarebbe, su questo fronte, comunque in attivo».
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