Bankitalia, Gentiloni protegge Visco. Ma ha il Parlamento contro

Bankitalia, Gentiloni protegge Visco. Ma ha il Parlamento contro
di Alberto Gentili
Domenica 22 Ottobre 2017, 11:01 - Ultimo agg. 16:49
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A sentire Matteo Renzi è ormai deciso: Paolo Gentiloni confermerà Ignazio Visco alla guida della Banca d'Italia. Ed è per questo che mette le mani avanti: «Nessun problema se Paolo dovesse scegliere il governatore uscente».
Ma la partita è meno facile di quanto la descrive il segretario dem. Il premier non ha ancora deciso. I suoi raccontano che «prende tempo», cerca di «far decantare la situazione». Da qui la rinuncia ad anticipare la seduta del Consiglio dei ministri fissata per venerdì prossimo.

La speranza, neppure tanto nascosta, è che sia lo stesso Visco a togliergli le castagne dal fuoco. Ma questa possibilità si fa sempre più remota: il governatore uscente ha fatto sapere di essere determinato a dare battaglia. Ritiene che una sua rinuncia potrebbe essere letta come un'ammissione di colpa rispetto alle accuse di Renzi, che addebita a Bankitalia la responsabilità delle crisi bancarie. E intende andare all'attacco quando verrà ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta. Tant'è, che è corso a depositare migliaia di documenti riservati nelle mani del presidente Pier Ferdinando Casini.

Gentiloni, insomma, si trova un cul-de-sac. Stretto tra Renzi e il Quirinale che, insieme al presidente della Bce Mario Draghi, da tempo aveva dato il via libera alla riconferma del governatore. E obbligato a tenere conto delle regole e del galateo istituzionale. La rinuncia a Visco creerebbe un precedente: «l'intromissione» della politica (con la mozione parlamentare del Partito democratico) nel processo decisionale per la nomina del governatore. La legge, infatti, assegna al governo e al Quirinale il compito di scegliere l'inquilino di palazzo Koch. Da qui i numerosi richiami di Gentiloni in difesa dell'«autonomia» di Bankitalia. Aspetto che sta a cuore anche ai mercati e alle istituzioni finanziarie europee.

Dall'altra parte, però, il premier deve fare i conti con il problema di un Parlamento in stragrande maggioranza schierato contro Visco. E sta cercando il modo di uscirne nel modo migliore possibile. «La posta in palio non è solo l'autonomia di Bankitalia», sostiene il deputato dem Michele Anzaldi, grande amico sia di Renzi che di Gentiloni, «c'è anche un problema di consenso nel Paese. Se Paolo confermasse Visco, diventerebbe l'uomo delle banche e dell'establishment. Matteo, nel frattempo, ha comunque ottenuto il risultato che voleva: è tornato il rottamatore, il discolaccio che dice ciò che tutti pensano e piace alla gente».

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