Basta con casalinghe e disoccupati Casaleggio jr vuole notai e avvocati

Basta con casalinghe e disoccupati Casaleggio jr vuole notai e avvocati
di Giampiero Timossi
Domenica 15 Maggio 2016, 10:43
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ROMA Salgono alle stelle le quotazioni di avvocati, notai e manager. In forte ribasso quelle di casalinghe e disoccupati. Ecco il piano del MoVimento 5 Stelle: è stato rilanciato a metà marzo, pochi giorni dopo l'ultimo saluto a Gianroberto Casaleggio. Era stato lo stesso guru ad avviarlo, gestendo le candidature più pesanti, quelle dei sindaci di Milano, Roma e Torino. Ma soprattutto guardando alle prossime elezioni politiche. L'ultima volta è stata un'eccezione. Per tagliar corto: il meglio del Movimento era già impegnato nelle amministrazioni locali, le regole interne non permettevano un'altra candidatura per le politiche. E la Rete scelse tra quel che restava a disposizione. Adesso no, serve una nuova classe dirigente.

LA PIATTAFORMA
«Ora che lui non c'è più dobbiamo imparare a difenderci da soli», ripete Beppe Grillo ai fedelissimi Di Maio, Di Battista e Fico. Come? Alzando il livello dei candidati rendendoli meno attaccabili, meno ingenui, più navigati, usando la piattaforma e gli assi cartesiani disegnati dall'erede, Davide Casaleggio: dalla Camera via casalinghe e disoccupati, dentro avvocati, manager e notai. Previsione? Uno su tre a casa e l'evoluzione della specie sarà garantita. A confermare il retroscena c'è anche l'ex ideologo Paolo Becchi, uscito dal Movimento giusto in tempo per scrivere il pamphlet “Cinque Stelle & Associati, il MoVimento dopo Grillo” e confermare il piano segreto dei suoi vecchi compagni: «Uno non vale più uno, è il prezzo da pagare per conquistare il potere. Non conta più la Rete, ma i giornali importanti e le tv, dove hanno il consigliere Rai Carlo Freccero che gli garantisce la presenza in almeno tre programmi. E i disoccupati, le casalinghe, i militanti della prima ora avranno una sola scelta: adeguarsi o essere espulsi. Usciranno dalla Camera, ne resteranno uno o due, giusto per lasciare un simbolo del movimento che fu. Una finta democrazia ha bisogno di una finta opposizione».

Meno invettive, più proposte. Meno sassi, più passi, meglio se di lato. Qualcosa si era già intuito il 13 marzo, quando Patrizia Bedori annunciava stremata: «Troppa pressione mediatica, faccio un passo di lato». Roberto Casaleggio sta ancora lavorando alla sua creatura, ed è lui il primo ad avvertire il disagio intorno a Bedori, accusata, come lei stessa denuncerà, di essere una «casalinga, disoccupata, grassa e brutta». Si passa al contrattacco ed ecco a Milano il candidato sindaco diventa Gianluca Corrado. Ha 39 anni, sicuramente di bell'aspetto, in apparente forma fisica, ma soprattutto è un professionista. Scrivono di lui: «Avvocato con la predilezione per la materia penale. Negli ultimi anni, per aiutare il Movimento, ha anche approfondito il diritto amministrativo con particolare attenzione agli enti locali».

 

Ora il profilo è giusto e il candidato è servito.
Non è il solo, perché Milano è laboriosa e sta già pensando alle prossime politiche. E in una città dove manca un punto di riferimento nazionale, si fa largo il profilo di Valerio Tacchini, da anni vicino a Grillo, che prima di diventare un amico era un cliente. Tacchini, infatti, è uno dei più affermati notai della Lombardia: cinquantenne, dinamico, simpatico, con una rete di amici e clienti di “livello”, da Giovanni Trapattoni a molti personaggi della tv. Già collabora con Corrado, candidato che gli ultimi sondaggi danno al 18%. E collaborerà dopo il voto di Milano. Perché il piano di Grillo e Casaleggio junior prevede anche «gruppi di lavoro composti da professionisti esperti in particolare di materie giuridiche ed economiche», in grado di sostenere sindaci e consiglieri eletti tra i pentastellati.

Sarà così pure per Virginia Raggi, la candidata che può vincere a Roma. Professione? Avvocato, ovvio. Non è finita, perché l'archetipo della trasformazione in corso resta Chiara Appendino, candidata del Movimento a Torino. Ha 31 anni, è laureata alla Bocconi, ha fatto la stagista alla Juventus, si è fatta apprezzare, ma quando l'allora presidente Cobolli Gigli le propose un contratto a tempo indeterminato lei preferì tornare nell'azienda di famiglia. E' bella, molto, giudizio che non aggiunge un granché alla competizione, ma fa a pugni con quel linciaggio che subì a Milano la casalinga Bedori. Anche dallo staff della candidata torinese fanno trapelare che lei si è avvicinata ai Cinque Stelle chiedendo informazioni a un banchetto del movimento, al mercato di Porta Palazzo. Tradotto: non è un'invenzione di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio. Però piace e piaceva, a entrambi. E all'evoluzione del candidato Casaleggio ha lavorato fino a pochi giorni dalla morte.

RIVOLUZIONE SILENZIOSA
Dal 12 aprile è il figlio Davide a portare avanti la rivoluzione silenziosa. Che passa anche per la sospensione di Federico Pizzarotti, il sindaco di Parma, indagato. A chi sostiene che si tratti del primo atto politico dell'erede Casaleggio, risponde ancora Becchi: «Balle, credo che Davide abbia voluto dare l'ultima mazzata a Pizzarotti, uno che suo padre detestava. Uno che, se avesse le palle, reagirebbe convocando a Parma tutti i dissidenti del Movimento». Decine o centinaia? «Migliaia, mi chiamano da tutta Italia, isole comprese. Tutti pronti a marciare su Parma». Al passo, comunque.