Berlusconi decaduto, fedelissime in nero. E la Pascale gli fa il baciamano

Senatrici di FI in lutto (Ansa/Lami)
Senatrici di FI in lutto (Ansa/Lami)
di Sonia Oranges
Giovedì 28 Novembre 2013, 08:38
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Il nero, il nero del lutto, il nero di una giornata nera, il nero che prende il posto dell’azzurro-libert e colora di una tinta cupa - ma insieme combattiva - il futuro del berlusconismo. Tutte vestite di nero le senatrici del Cavaliere, per loro l’aula è il luogo del funerale allestito per l’immortale Silvio e vestite da esequie si presentano in scena. La Bernini, la Pelino, Maria Rosaria Rossi - la più vicina di tutte al Cavaliere, assistente sua e della fidanzata Francesca - sono in total black così come altre ma non c’è niente di trendy stavolta nelle loro tenute. «Sono triste ma sollevata.



Ero così preoccupata per quello che poteva accadergli»: anche la fidanzata Francesca è in nero e dice queste parole al termine del comizio di Silvio. Avviluppata nel collo di pelliccia del piumino nero come gli abiti delle senatrici forziste che in quel momento davano battaglia a Palazzo Madama, i capelli raccolti in una coda di cavallo, la fidanzata del Cavaliere ha seguito trepidante ogni passo dell’ultimo atto prima della decadenza, in prima fila nella piazza fedele al leader, tra Renato Brunetta, Daniela Santanchè e Licia Ronzulli (in nero). In nero Stefania Prestigiacomo, la quale ricorre a questo stesso colore per descrivere ciò che sta accadendo ai danni del loro leader del cuore: «Oggi l’Italia ha vissuto una pagina nera».



La bionda Francesca di solito veste abiti chiari. Ma non è proprio aria questa volta. Ieri ha archiviato il profilo da first lady della manifestazione di agosto, ed è tornata a essere una supporter appassionata, stringendo tra le mani una paletta con su scritto «oggi decade la democrazia», abbandonata giusto il tempo di srotolare una bandiera di Forza Italia come mantella improvvisata. Si spella le mani a forza di applausi. La prima mano da stringere che Silvio ha cercato, appena ha finito di parlare, mentre era ancora sul palco, è stata la sua. Che ha ricambiato, baciandola. La rappresentazione di un affetto sanguigno, tutto partenopeo, protettivo. Perché, piaccia o non piaccia il fidanzamento tra il vecchio leader e la giovane militante, Francesca ieri era preoccupata per davvero.



In mattinata, a Palazzo Grazioli, è cominciata la consueta processione dei fedelissimi che andavano a testimoniare la propria solidarietà al capo sull’orlo della decadenza. Ma se l’ormai celebre barboncino Dudù scorrazzava nelle stanze patronali, della padrona di casa non c’era traccia. Osservava da lontano, come sua abitudine, senza intervenire apertamente in conciliaboli e trattative. Ma con la sua cerchia più stretta si è confidata: «Temo per Silvio, per la sua salute, perché ho paura che sia sopraffatto dall’amarezza per quello che stanno dicendo e facendo al Senato».



Un’ansia che la attanagliava da giorni, da quando ha visto, insieme con il resto dell’Italia, quell’attimo di cedimento di Berlusconi al Consiglio nazionale, dopo aver parlato ininterrottamente per due ore, senza quasi deglutire, senza nemmeno preoccuparsi di riprendere fiato, con un bicchier d’acqua. L’uomo è così, un leone, ripetono fonti a lui vicine, ma dimentica di avere 78 anni. E le donne in nero sono preoccupate per lui, e forse anche per se stesse.
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