Berlusconi, Fitto: Alfano vuole fargli la festa. Il segretario Pdl: al Cn nazionale solo se ci sono le condizioni

Angelino Alfano
Angelino Alfano
Mercoledì 13 Novembre 2013, 12:51 - Ultimo agg. 17:52
4 Minuti di Lettura

Sappiamo benissimo quanto il Berlusconi abbia voluto questo passaggio dal Pdl a FI, quindi non è interesse di alcuno andare lì a rovinare la festa. Confidiamo che ci siano le condizioni per andare insieme a fare una scelta unitaria e condivisa attorno a Berlusconi». Così Angelino Alfano a La Telefonata su Canale 5. È stato rinviato intanto alle 19 l'incontro inizialmente previsto alle 14 tra Alfano, i ministri del Pdl e i parlamentari governativi.

«Il tempo delle ipocrisie, delle parole dolci verso Silvio Berlusconi, ma degli atti ostili nei suoi confronti, deve finire. Altrimenti il rischio non è che si voglia "guastare la festa" al presidente Berlusconi, ma che si voglia "fargli la festa"». È quanto afferma in una nota il deputato Pdl Raffaele Fitto rivolgendosi ad Alfano.

«Le prossime ore e i prossimi giorni ci daranno la risposta», aggiunge Alfano riferendosi all'ipotesi di disertare il Consiglio nazionale di sabato. Insomma, sintetizza Belpietro, se c'è intesa vi presentate, se c'è rottura non vi presentate? «E questo perché - risponde Alfano - non vi è alcuna intenzione di andare lì a creare una contrapposizione con il nostro presidente. Nessuno di noi vuole interrompere il rapporto con lui, e dunque, nonostante le centinaia di firme a sostegno di un documento che ribadisce lealtà al presidente Berlusconi e anche l'importanza di non interrompere una esperienza di governo in cui c'è tanto Pdl nei risultati programmatici e al tempo stesso individua nell'interruzione della legislatura il rischio che si formi un governo di centrosinistra, la nostra intenzione è non utilizzare il consenso interno raccolto per una contrapposizione con il presidente. Ci auguriamo davvero che nei prossimi giorni o nelle prossime ore si possa trovare un'occasione di intesa che eviti che in Cn si verifichi una cosa non bella, cioè la non partecipazione di una parte».

Ad Alfano viene chiesto se sul loro documento hanno o no un terzo delle firme dei componenti del Cn. «Non me ne sono personalmente occupato... un terzo dovrebbe essere intorno a 270 e secondo quello che mi dicono i colleghi siamo già oltre 300, ma non me ne sono direttamente interessato e oggi prenderò cognizione del dato definitivo».

«Quello degli innovatori, dell'area che sostiene le nostre tesi, è un documento - sottolinea - che ribadisce lealtà al presidente, che individua nella riforma della giustizia, del fisco, in un rapporto forte, anche di critica, dell'Europa. Non pone obiezione al passaggio in FI. L'unico punto di distinguo reale è che sul governo c'è una posizione differente, ma mai tradotta dal presidente in una richiesta formale di fare cadere questo governo: ragione per cui noi continuiamo a confidare e sperare che nonostante l'indignazione più che legittima, nonostante lo sdegno naturale e giusto di un uomo come Silvio Berlusconi che ha subito una somma ingiustizia, prevalga in lui, come è sempre successo, il profilo di uomo di stato che è sempre stato per lui premiante anche dal punto di vista elettorale oltre che rispondere al suo naturale porgersi di fronte alle questioni dell'Italia. Il presidente si è sempre posto come uomo di Stato al servizio del Paese».

«Noi siamo tutti frutti o rami dell'albero berlusconiano. Non accettiamo paragoni che non ci appartengono per storia, biografia e anche per rapporto con Berlusconi, perchè con lui abbiamo un rapporto di grande affetto e un vincolo non paragonabile a quello di altri», aggiunge poi Alfano commentando il paragone fatto dal Cavaliere con fra i governativi e la vicenda di Gianfranco Fini.

«Se si vuole ragionare per poter evitare uno scontro, questo Consiglio nazionale dovrebbe essere annullato, ma allo stato attuale non ho sentito cose di questo tipo». Così Fabrizio Cicchitto del Pdl ospite di Omnibus su La7, aggiungendo che in ogni caso non si può «smontare» il Pdl per mettere Berlusconi da solo al comando e poi rinviare il nodo governo al 27, perché sarebbe «un imbroglio». Quanto a un rinvio del voto sulla decadenza, sottolinea che si sono già guadagnati due mesi grazie ai «governativi», ma nessuno gliene dà atto.