Berlusconi, il Pdl alza il tiro sulla manovra: ora togliamo tutte le tasse sulla prima casa

Fabrizio Saccomanni (foto Guido Montani - Ansa)
Fabrizio Saccomanni (foto Guido Montani - Ansa)
di Marco Conti
Sabato 9 Novembre 2013, 07:44 - Ultimo agg. 10 Novembre, 09:43
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Ulteriori tagli al cuneo fiscale: costo 8 miliardi. Cancellazione Imu e ritorno alla tassazione sugli immobili del 2012: costo 5,5 miliardi. Sblocco, seppure parziale, dello stop alle indicizzazioni delle pensioni: costo 2 miliardi. Sole a catinelle ieri a Palazzo Grazioli dove si sono riuniti gli «esperti» del Pdl per mettere a punto una serie di modifiche alla legge di Stabilità che lo stesso Silvio Berlusconi ha definito «irrinunciabili». Intorno a un tavolo si sono ritrovati con Berlusconi e Gianni Letta i senatori Schifani, Azzolini e D’Alì e i deputati Brunetta, Capezzone e Verdini. Tre senatori «innovatori» vicini ad Alfano e tre deputati «lealisti» più in sintonia con Fitto.



MODIFICHE A PIOGGIA

Tutti d’accordo, stavolta, per presentare entro oggi una serie di emendamenti che non dovrebbero rendere assai più difficile il lavoro del ministro Saccomanni. Ovviamente non ci sono solo costi aggiuntivi, ma ieri sono stati individuati anche possibili nuove entrate. Per la verità alcune non troppo nuove, come la rivalutazione delle quote di Bankitalia detenute dalle banche, la vendita delle spiagge e dei «luoghi ombreggiati» e la cessione di tutto il patrimonio in mano agli Iacp. Solo per il taglio di 8 miliardi al cuneo fiscale, che si sommerebbero ai 5 miliardi già previsti, si chiede al governo di spingere sino al 3% il rapporto deficit/pil azzerando il margine destinato a ridurre la montagna di debito pubblico. Una manovra di di tale portata dovrebbe essere accompagnata dal sostegno da parte di Bruxelles, ma nelle intenzioni del Pdl ci sarebbe la volontà di procedere in maniera unilaterale avviando un braccio di ferro proprio con la Commissione Ue e la Bce.



LE PICCONATE

In sostanza il Pdl, prossimo a trasformarsi in Forza Italia, alza l’asticella a livelli di guardia. Perché è vero che la discussione nella maggioranza non è ancora iniziata, ma l’atteggiamento del secondo partito che sostiene le larghe intese è più da opposizione. D’altra parte sono giorni che autorevoli esponenti del Pdl picconano la manovra. Lo stesso Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera, ha attaccato direttamente la Tasi (che dovrebbe prendere il posto dell’Imu) parlando di «inganno per i nostri elettori» «che va scongiurato». «Non vedo come si possa modificare una schifezza», ha esordito il Cavaliere davanti ai suoi aprendo la riunione anche con un eloquente «come si fa a collaborare con chi ti vuole far fuori».



IL BLOCCO

Il rischio del pantano per la legge di Stabilità è reale e l’appuntamento con il Consiglio nazionale del Pdl previsto per sabato prossimo complica il lavoro della pattuglia di colombe che a Palazzo Madama tentano già di muoversi come gruppo a sè. Sembra chiaro che a Letta, per portare a casa la legge di Stabilità senza traumi, non basterà lasciare ad Alfano il merito di aver scongiurato il pagamento della seconda rata dell’Imu. Il Pdl vuole di più e lo scontro interno al partito riporta in voga vecchie parole d’ordine, a cominciare dall’azzeramento della tassa sulla casa che Berlusconi aveva promesso in campagna elettorale e che, per dirla con Maria Stella Gelmini, «non può uscire dalla porta e rientrare dalla finestra».



Non c’è dubbio che la presenza di Gianni Letta alla riunione certifichi il cambio di passo del Pdl rispetto all’esecutivo di larghe intese. Letta, come era forse ovvio sin dall’inizio, sarà costretto a porre la fiducia. E se il voto finale sarà, come probabile, dopo quello sulla decadenza del Cavaliere, si certificherà la nascita di una nuova maggioranza. La cui durata però sarà tutta da scoprire.