Berlusconi: «Fallito golpe burocratico
della sinistra, avanti fino al 2013»

Deputate Pdl esultano dopo il voto alla Camera (foto Maurizo Brambatti - Ansa)
Deputate Pdl esultano dopo il voto alla Camera (foto Maurizo Brambatti - Ansa)
Sabato 15 Ottobre 2011, 09:57 - Ultimo agg. 15 Marzo, 23:44
6 Minuti di Lettura
ROMA - Hanno tentato un golpe burocratico ma noi siamo rimasti coesi e abbiamo respinto l'assalto. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con Studio Aperto il giorno dopo il successo spuntato alla Camera nel voto sulla fiducia al governo, ottenuta per un pugno di voti. «Questa opposizione è allo sbando e credo che servirà loro molto tempo per rendersi credibile» agli occhi degli italiani, ha aggiunto il premier, sostenendo che Casini, Fini, Bersani e Di Pietro hanno offerto un'immagine «grottesca» al Paese.



«Sono sereno e determinato: abbiamo i numeri per governare e andremo avanti fino al termine della legislatura», ha aggiunto il presidente del Consiglio.



«Non avendo idee valide, la sinistra ricorre a trucchetti», ha sostenuto ancora Berlusconi commentando la linea scelta dalle opposizione in Parlamento. «Io sono stato un buon profeta e anche questo agguato della sinistra è fallito: noi abbiamo vinto, loro hanno perso e hanno perso proprio male».



«Si sono esposti a una gran brutta figura davanti agli italiani - ha continuato il presidente del Consiglio - Bersani, Casini, Di Pietro e Fini hanno sbagliato i calcoli, hanno messo in atto trucchi del più bieco parlamentarismo e hanno dato una immagine del loro modo di intendere la politica davvero grottesca, che è tutto meno che fare l'interesse degli italiani».



«Hanno tentato di far cadere il governo con un cavillo burocratico e non avendo idee politiche valide, hanno messo in atto un trucchetto e tentato un golpe burocratico ma noi siamo stati coesi e abbiamo respinto l'attacco. Hanno cercato di vincere con l'imbroglio, noi abbiamo seguito la strada maestra della democrazia, contando i voti, e abbiamo vinto ottenendo la fiducia per la 51ma volta», ha concluso Berlusconi.



Gaffe sulla data dell'Aventino. L'Aventino «nel '29 stato una tragedia, adesso è stato una farsa», ha detto ancora il Cavaliere atttaccando l'opposizione ma sbagliando data: l'Aventino, come viene definito l'abbandono dei lavori parlamentari da parte degli oppositori del regime fascista, ci fu nel '24. «Bisogna dire che questa opposizione è allo sbando. Servirà loro molto tempo per rendersi minimamente credibili come interlocutore politico e rappresentanti degli italiani».



«Non abbiamo mai smesso di tenere la porta aperta al dialogo» con le opposizioni, come ho detto nel discorso di giovedì in Aula osservando che «chi ha proposte concrete e vuole discuterne è sempre benvenuto», ha poi aggiunto Berlusconi, ammonendo però che «chi pretende di esigere patiboli di carta per demonizzare l'avversario e chi sfregia l'immagine del proprio Paese all'estero, ci troverà sempre davanti come un ostacolo insormontabile».



Il governo spedirà alle famiglie un opuscolo che illustrerà tutti i provvedimenti adottati finora, ha poi annunciato Berlusconi. «Stiamo preparando una sintesi di tutti i provvedimenti che il governo ha varato nei primi tre anni di lavoro - ha poi affermato il presidente del Consiglio - presto spero di poterlo inviare a tutte le famiglie italiane che, così, potranno rendersi conto di quanto siano infondate le accuse che l'opposizione rivolge al governo. Credo che nessun governo europeo, in un momento di crisi globale come quella che stiamo attraversando, abbia fatto tanto e con i risultati così brillanti come quelli che abbiamo ottenuto noi».



«Dopo il voto di ieri le cose non restano come prima perché va meglio». Lo ha detto il segretario del Pdl Angelino Alfano che ha aggiunto: «Fino a ieri le opposizioni hanno lavorato per far cadere il governo, legittimamente eletto, oggi prendiamo atto che noi abbiamo vinto e che loro hanno perso rovinosamente. Questa è la dimostrazione dell'inconsistenza di una opposizione in questo Paese alternativa al governo per rappresentare al meglio i bisogni degli italiani».



Per il segretario del Pdl «è meglio avere un'alleanza sia pur con qualche tensione che non avere alleanze», ha aggiunto Alfano riferendosi all'attuale rapporto tra Pdl e Lega. «Noi con la Lega - ha concluso - siamo l'unica alleanza che può garantire stabilità nei governi locali, regionali e nazionale per sviluppare le riforme di cui il Paese ha bisogno».



«Essendo un appassionato fin dai tempi universitari di diritto civile, so bene che per l'eredità ci vuole il "de cuius" (cioè la persona morta che ha lasciato una eredità, ndr). Siccome non c'è il "de cuius" non c'è motivo di pensare o organizzarsi per l'eredità», ha poi affermato il segretario del Pdl, rispondendo a chi gli domandava se si sta pensando all'eredità di dopo Berlusconi.



«La vera notizia emersa del voto di ieri è che l'opposizione si è presentata unita e determinata e questo non era scontato». Lo ha detto il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, a margine di un convegno su economia e crisi promosso da Iniziativa Subalpina a Stresa. Per Letta «ora dobbiamo lavorare per portare questa unità al paese alle prossime elezioni con un programma comune».



«Questa maggioranza non ha i numeri per governare ma solo per sopravvivere. Berlusconi si vergogni: un attimo dopo il voto, in maniera spudorata, ha dato nuove poltrone che verranno pagate con i soldi degli italiani». Lo afferma il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro. «Rispetto al passato - aggiunge - il sistema è cambiato. Prima c'erano le bustarelle pagate dai corruttori, adesso ci sono le nomine ministeriali a spese dei cittadini. Si tratta di squallide trattative e voti di scambio tipici delle società criminali. È uno schiaffo al Paese che sta vivendo una crisi senza precedenti, a tutte quelle famiglie che non arrivano a fine mese e a quei giovani che non hanno lavoro».



Casini: Berlusconi non ha alternative al voto. «Berlusconi non ha alternative che andare ad elezioni»: di questo è convinto il leader dell'Udc Pierferdinando Casini. «Non riuscendo a governare ed essendo costretto a far sempre nuovi ministri e sottosegretari non potrà fare sottosegretari tutti gli italiani, no?», ha risposto Casini, anche lui oggi a Stresa, a una domanda sull'avvicinarsi delle elezioni dopo la fiducia incassata ieri dal governo. Una vittoria di Pirro, secondo il leader Udc, perché è «una vittoria numerica, ma i numeri servono se c'è la politica. Chi festeggia dall'alto di 316 voti è sulla Luna - ha osservato -. Gli italiani non festeggiano, perché l'Italia sta andando a fondo».



«Non abbiamo mai proposto un governo di ribaltone, abbiamo detto che il Paese sta andando a ramengo e noi abbiamo il dovere di salvarlo e tutti devono fare un passo indietro, lo deve fare Berlusconi e lo dobbiamo fare anche noi», ha detto ancora il leader dell'Udc, ribadendo che la soluzione per uscire alla crisi è o una personalità forte o il voto.



«Tutti - ha spiegato Casini - dobbiamo essere disponibili a prendere una personalità sperimentata, autorevole, che ci garantisca internazionalmente e che possa guidare il Paese con lacrime e sangue, con ricette impopolari fuori dalla crisi. Le strade, dunque, sono due o questa, che Berlusconi pervicacemente, perché vuole rimanere, rifiuta, oppure l'altra strada è quella delle elezioni che è quella che hanno scelto gli spagnoli, che sta restituendo credibilità a Zapatero. Terze soluzioni - ha concluso - non ce ne sono e noi purtroppo, invece, stiamo andando verso una terza soluzione: quella di una nave che va senza guida, per forza di inerzia, senza idee, senza progetti, senza prospettive per il futuro».



«Il Terzo Polo è la novità della politica italiana, esiste, è gradato al 15% nei sondaggi, per cui qualunque sia il sistema elettorale sarà determinante per governare l'Italia», ha poi sostenuto Casini, ricordando che «in questi anni sono passati sistemi elettorali diversi ma chi ha forza politica resiste, non ha un problema di sistema. Ciascuno, poi - ha proseguito - può avere le sue preferenze ma se c'è una forza radicata nel paese che esprime un'esigenza che è quella di riunificare la politica e dare risposte agli italiani, non c'è problema di sistema elettorale».




© RIPRODUZIONE RISERVATA