Berlusconi ora punta a delegittimare Alfano

Angelino Alfano (Scrobogna/LaPresse)
Angelino Alfano (Scrobogna/LaPresse)
di Marco Conti
Giovedì 28 Novembre 2013, 08:30
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L’8 dicembre ci ritroveremo insieme qui per festeggiare la nascita di mille club ”Forza-Silvio”. Dal palchetto issato in via del Plebiscito, Berlusconi ieri pomeriggio ha avviato la sua seconda traversata nel deserto fissando sul calendario una data che, non casualmente, coincide con quella della più che probabile designazione di Matteo Renzi alla guida del Pd.



Un appuntamento con eletti e simpatizzanti che suona come un allarme per l’esecutivo che tra una decina di giorni potrebbe trovarsi nella tenaglia del Pd e dei ”diversamente berlusconiani”. Dosa le forze l’ex presidente del Consiglio, ma se sulle capacità di governo di Berlusconi ci sarebbe molto da discutere, su quelle propagandistiche non sembra avere eguali. Il Cavaliere in versione extra parlamentare ha quindi debuttato qualche ora prima dell’effettiva decadenza offrendo a tutti il senso della piattaforma elettorale, o della narrazione, che Berlusconi intende dare alla sua uscita dal Parlamento e alla sua voglia di rivincita.



ESODI

Nessun guizzo, pochi affondi, qualche battuta tiratagli fuori più dalla piazza che da un’effettiva voglia di mandar messaggi più o meno minacciosi. Ieri pomeriggio il Cavaliere ha voluto dare ai suoi eletti e al suo popolo la conferma che c’è e ci sarà ancora e che insieme a Grillo e Renzi, seppur da latitudini diverse, tenterà di affondare il governo Letta. Si attacca a tutto l’ex premier pur di marcare il proprio territorio ed evitare che nelle prossime settimane sia invaso dalle truppe alfaniane ancor in cerca di una propria identità. La trincea è già profonda - malgrado siano passati pochi giorni dal Consiglio Nazionale del Pdl - ma da ieri è più facile comprendere che al Cavaliere, definito spessissimo ”di lotta e di governo”, è rimasta solo la prima mission: la lotta, per non sparire. Almeno non subito, almeno non tutto insieme. Ovvio quindi richiamare i propri eletti alla battaglia, come nel ’94. Come altrettanto normale che in queste ore il Cavaliere abbia bisogno di evocare le leadership di Grillo e Renzi per confermare la sua e tranquillizzare il suo popolo e la pattuglia dei fedelissimi che, malgrado lo incitino a non mollare, sanno che da domani sarà tutto diverso.



TERRORE

«Dobbiamo tornare tra la gente, battere il territorio palmo a palmo», ha ripetuto ieri sera Berlusconi ai suoi. «Non dobbiamo dare tregua al governo e ai nostri ex perché è vero che al Senato hanno i numeri, ma noi incendieremo il Paese». Nessun tema sarà risparmiato nelle prossime settimane dalla propaganda berlusconiana, a cominciare dal rapporto con l’Europa e con Berlino. Obiettivo evitare altri esodi e dare ai transfughi del Ncd «il terrore che si torni presto a votare». Quella del Cavaliere più di una certezza è una speranza che accarezza, anche se l’obiettivo principale sul quale si è già messo in moto la macchina del partito, restano le elezioni Europee del prossimo anno. Con più della metà degli uscenti di Bruxelles transitati con Alfano, il Cavaliere sa di poter disporre di un buon numero di posti in lista utili per lusingare transfughi e pentiti. Il colpo all’orgoglio ricevuto ieri è pesante e per i suoi spiega l’ira con la quale il Cavaliere si scaglia, nei colloqui privati, contro il presidente della Repubblica. L’esigenza di tratteggiare una leadership e un partito che non siano solo extraparlamentari e populisti, è iniziato ad affiorare ieri sera nell’incontro dei parlamentari azzurri che alla fine hanno riposto l’idea della fiaccolata davanti al Quirinale, per una più istituzionale richiesta d’incontro.
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