È stato così anche per l'ex premier, che da qualche giorno sta svolgendo una riabilitazione di tipo motorio e respiratorio. La riabilitazione, importantissima soprattutto per chi ha subìto un intervento a cuore aperto, ha lo scopo di ridurre sia le possibili complicazioni dell'operazione, sia di ridurre i tempi di ricovero, per riaccompagnare il paziente verso una vita normale.
La riabilitazione respiratoria, in particolare, di solito consiste in esercizi di respiro controllato, usando la parte inferiore del torace, e in esercizi di espansione del torace, con respiri profondi e lenti fatti con il naso, un'apnea di qualche secondo, e poi una espirazione a labbra socchiuse.
Altri esercizi riguardano il controllo dei muscoli dell'addome (anche loro importanti per respirare correttamente), con espirazioni a bocca aperta. La riabilitazione motoria, invece, serve per due cose principali: per riabituare il cuore ad attività un pò più impegnative senza affaticarsi subito, ma anche per contrastare i giorni di riposo assoluto post-intervento che, in alcuni pazienti, possono creare problemi come rigidità muscolare, dolori o problemi circolatori. Di norma, al paziente vengono insegnati gli esercizi che, dopo la dimissione, dovrà proseguire a casa; la cosa fondamentale, secondo le linee guida, è programmare controlli periodici per tenere sotto stretta osservazione sia le condizioni del cuore operato, sia i progressi fatti con la riabilitazione.