Brexit, Parlamento Ue vota: Londra formalizzi subito l'uscita, M5S contrari insieme a Farage

Juncker
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Martedì 28 Giugno 2016, 10:49 - Ultimo agg. 29 Giugno, 00:57
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ll Parlamento chiede «una implementazione rapida e coerente della procedura di revoca» dell'appartenenza della Gran Bretagna alla Ue in conseguenza della decisione del popolo britannico nel referendum. La plenaria straordinaria ha approvato la risoluzione bipartisan a larghissima maggioranza con 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti. 

I 17 europarlamentari del M5S hanno votato compatti con il leader dell'Ukip Nigel Farage, di cui sono alleati nel gruppo euroscettico Efdd, contro la risoluzione del Parlamento europeo. Il testo - sostenuto da popolari, socialisti, liberali e verdi - è stato approvato a larga maggioranza. Tra i 200 'no' non solo quelli del gruppo dei conservatori Ecr (di cui fanno parte, tra gli altri i 'tories' britannici), ma anche dell'Efdd di Grillo e Farage, l'Enf di Marine Le Pen e Matteo Salvini e l'estrema destra neofascista dei 'non iscritti'. «Il punto fondamentale è rispettare sempre l'autonomia decisionale degli Stati sovrani: gli inglesi devono decidere da soli i tempi che ritengono opportuni per attivare la procedura prevista dall'articolo 50», ha detto il deputato e componente del direttorio M5s Roberto Fico, spiegando le ragioni del voto degli europarlamentari 5 Stelle contro lo risoluzione del Parlamento europeo.

Ha votato contro anche la Sinistra Unitaria (Gue/Ngl), con Barbara Spinelli e Curzio Maltese. La capogruppo, Gabe Zimmer, ha annunciato che la Gue era «costretta a votare contro» perché nel testo non ci sono abbastanza proposte di cambiamento dell'Europa. Tra i 'no' anche 12 parlamentari del Ppe, tra cui l'italiano Fulvio Martusciello e la italo-svedese Anna Maria Corazza-Bildt. Sergio Cofferati è stato invece tra i 22 astenuti del gruppo S&D, la maggior parte dei quali laburisti britannici.


«Bisogna rispettare il voto» del referendum e «bisogna trarre le conseguenze» e «vorrei che il Regno Unito chiarisse, non domani mattina, ma chiarisse la propria posizione», ha detto Juncker alla prima plenaria del Parlamento Ue post Brexit. Una richiesta di chiarezza che coincide con quanto affermato ieri nel vertice a tre Merkel-Renzi-Hollande. 
«Londra non può godere dei privilegi senza avere obblighi», ha inoltre sottolineato oggi al Bundestag la cancelliera tedesca.

Juncker ha precisato di non volere che «si affermi l'idea di negoziati segreti a porte chiuse» con i rappresentanti di Londra tanto che, sottolinea, «ho vietato ai commissari di discutere con i rappresentanti del governo britannico». «No notification, no negotiation» ha scandito. «Non è ammissibile che ora il governo britannico cerchi di avere contatti informali» con la Commissione, questo è «inammissibile», ha detto Juncker aggiungendo: «Ho dato un ordine presidenziale da mufti ai miei direttori generali, di evitare ogni contatto» con i rappresentanti di Londra.

«Dobbiamo costruire un nuovo rapporto con la Gran Bretagna, ma siamo noi a dettare l'agenda, non chi vuole uscire», ha sentenziato. «L'ora è grave», ha aggiunto, ma «io sono allergico alle incertezze» e quindi «vorrei che la Gran Bretagna rispettasse la volontà del popolo britannico senza nascondersi dietro giochi a porte chiuse». «Sono sorpreso di vedere che io, proprio io che in Gran Bretagna vengo dipinto come tecnocrate, eurocrate e robot, voglio trarre le conseguenze del voto. E loro no?»


E ancora: «La Commissione continuerà sulla sua strada». L'obiettivo «resta quello di modernizzare l'Europa», ha aggiunto citando ad esempio tra gli altri gli obiettivi dell'Unione quello dell'energia per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e il mercato unico digitale. «Bisogna cambiare tutto, ma non l'essenziale. Io non sono né stanco né malato. Combatterò fino al mio ultimo respiro per un'Europa unita e migliore». 

Poco dopo l'inizio dell'intervento di Juncker, c'è stato uno scambio di battute tra il presidente della Commissione Ue e il leader dell'Ukip, nonché della campagna per il "Leave" Nigel Farage, accolto in aula tra fischi e urla: «È l'ultima volta che applaude in quest'aula», ha detto Juncker all'eurodeputato britannico seduto vicino. «A dire il vero - ha aggiunto - devo dire di essere sorpreso di vederla qui, lei non era per la Brexit?». Dal canto suo Farage ha fatto sapere di non aver alcuna intenzione di dimettersi dall'Europarlamento «fino a quando il lavoro sarà fatto. Abbiamo vinto la guerra, ora dobbiamo vincere la pace».


La Gran Bretagna non può aspettarsi di non avere più obblighi ma mantenere i privilegi» di un legame con l'Ue, ha detto Angela Merkel nell'intervento al Bundestag. Il governo tedesco «userà tutta la sua forza per impedire un'ulteriore disgregazione della Ue», ha ribadito. Secondo la Bild la cancelliera è fermamente contraria al che 
la presidenza di turno della Ue nella seconda meta del 2017 venga assegnata al Regno Unito come previsto. Lo sforzo sarà quello di convincere la Gran Bretagna a rinunciare alla presidenza del semestre europeo, «o in caso di necessità, a togliergliela», scrive il giornale tedesco. 


Merkel non è in rotta di collisione con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, nonostante differenti prese di posizione dopo il voto referendario in Gran Bretagna, scrive inoltre la Frankfurter Allgemeine Zeitung, che ieri aveva chiesto le dimissioni di Juncker in un editoriale sulla pagina economica. Il quotidiano di Francoforte riporta le dichiarazioni del portavoce di Merkel, Steffen Seibert, per il quale cancelliera e Juncker collaborano «personalmente e con piena fiducia».

L'idea di mettere in dubbio oggi la posizione di Juncker non passa per la testa di Merkel, ha aggiunto la Faz, nonostante le critiche provengano anche dall'interno del partito della cancelliera.

Intanto, prima del vertice, il premier Renzi ha rilasciato un'intervista alla Cnn in cui ha ribadito: «Questo non è il momento della divisione, ma della visione» per l'Ue. «È tempo di avere la solidità dell'Europa, valori comuni e non solo mercato comune. Questa è la mia priorità». Ora bisogna «aprire una nuova stagione di investimenti e non solo di discussioni finanziarie». Secondo Renzi «non si può perdere tempo», mercati e cittadini hanno bisogno di risposte e «non possono aspettare». «C'è la possibilità che i populisti aumentino. Ma questo è il momento di una forte reazione e di una risposta forte basata sui veri valori dell'Europa» non solo sulla finanza.

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