Bruxelles, Renzi a muso duro:
nessuna modifica alla manovra

Bruxelles, Renzi a muso duro: nessuna modifica alla manovra
di Marco Conti
Sabato 22 Ottobre 2016, 08:49 - Ultimo agg. 15:39
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BRUXELLES «Un verticedi routine. Qualche promessa in più sui migranti, ma vedremo a dicembre». Quando, poco dopo le due del pomeriggio Matteo Renzi si presenta in sala stampa ha l'aria annoiata sapendo forse che di lì a poco la maggior parte delle domande sarebbero state sulla legge di Bilancio e sui possibili rimbrotti della Commissione. Argomento non trattato nella due giorni di Consiglio Europeo, tantomeno in presunti bilaterali, ma che continua ad interrogare parte degli addetti ai lavori. È forse anche per questo che l'ora e mezza di incontro con i giornalisti si trasforma in una sorta di lezione su come questo governo intenda il rapporto con Bruxelles. Ma in serata arriva la notizia che l'agenzia Fitch conferma il rating «BBB+» dell'Italia rivedendo però al ribasso l'outlook, negativo da stabile.

«L'incertezza politica e i rischi al ribasso sono aumentati» per l'Italia, scrive Fitch, sottolineando che le riforme costituzionali aiuterebbero a creare un clima più favorevole per le riforme economiche velocizzando il processo legislativo. Obiettivo stabilità, mentre in mattinata Renzi spiega che «la legge di bilancio non si cambia: se l'Ue avrà osservazioni da fare ascolteremo ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni: gli sforzi li stiamo facendo e vogliamo dare un segnale ai cittadini non alle tecnocrazie di Bruxelles».

Liquidata l'attesa di richieste per possibili correzioni, Renzi parte poi all'attacco bollando come «un'analisi suggestiva», l'ipotesi di una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia e attaccando Berlino: «Credo che il bilancio della Germania abbia molti problemi, a cominciare da un surplus commerciale che non rispetta le regole europee e spero che i nostri amici possano provvedere al riequilibrio». Senza contare, aggiunge parlando di migranti, che «una procedura d'infrazione andrebbe aperta per quei paesi che non rispettano l'accordo di relocation dei richiedenti asilo». Renzi non intende quindi arretrare sulle voci di spesa straordinarie. Ricorda che l'Italia ha avuto «tre terremoti in sette anni» e che le spese per fronteggiare l'emergenza migranti devono stare fuori dal patto perché anche il denaro dato alla Turchia per tenersi i profughi non viene conteggiato. «L'Italia a testa alta - spiega - non è una postura muscolare, ma penso che sia ciò che serve all'Europa. Se lo avessimo fatto anche negli anni passati, sarebbe stato meglio».

 

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