A questo punto, però, scatterebbe un'altra incognita, dopo quella del timing: il voto segreto. «Sarà quello, infatti, il nostro vero spazio di libertà», assicura il senatore Psi Enrico Buemi che non prende parte ai lavori di oggi della Giunta per protesta contro «l'accelerazione impressa sul caso Caridi». E sarebbe davvero «una beffa», per dirla con i 5 Stelle, se alla fine Caridi venisse salvato, con il solito scambio di accuse tra Pd e pentastellati su chi sia stato ad evitargli il carcere e perché. Soprattutto per le conseguenze che questo potrebbe avere sull' opinione pubblica. Per la Giunta, però, non è stato semplice decidere, anche perché buona parte del centrodestra è contraria all'arresto del parlamentare, che non solo è senatore di Gal, ma anche vice coordinatore di FI in Calabria. «Non si può mandare in carcere una persona senza prove né indizi», tuona Carlo Giovanardi di «Idea» che, proprio in Giunta, contesta più volte il presidente Dario Stefano (Misto), insieme a Giacomo Caliendo (FI) e Mario Ferrara (Gal), per la «velocità» impressa ai lavori visto che la richiesta di arresto è stata trasmessa dal Tribunale di Reggio Calabria il 15 luglio.
Così, la Giunta che avrebbe dovuto votare entro martedì sera sul caso Caridi, come assicurato da Stefano, vive altre due sedute di fuoco con tanto di ricorso al Questore Laura Bottici (M5S) chiamata da Mario Michele Giarrusso (M5S) per tentare di riportare la calma tra i commissari. I senatori Pd smentiscono che in Giunta ci sia stata tutta questa tensione, ma tant'è che il voto sul parlamentare di Gal arriva solo al terzo tentativo, anche perché Caridi deposita «fuori tempo massimo» una nuova memoria difensiva che «richiede tempo per essere letta». Con un ritardo di oltre 24 ore sulla tabella di marcia prevista, l'ok all'arresto viene dato con 12 sì, 7 no, un astenuto, oltre a Stefano e a Nico D'Ascola di Ncd che non partecipano al voto.
Il presidente del Senato Pietro Grasso, che da ex magistrato antimafia non vede evidentemente di buon occhio il fatto che Palazzo Madama non si pronunci subito su un caso di sospetta appartenenza alla 'ndrangheta, prova a far votare oggi l'Aula, prima del ddl editoria.
Ma «l'ostruzionismo del centrodestra», come accusa Giarrusso, impedisce di fare in tempo. E se prima verrà votato il provvedimento che interessa radio-tv e giornali, si rischia che dopo manchi il numero legale. Così i 5 stelle annunciano sin da stasera battaglia per domani, anzi il caos, se non verrà accettata l'inversione dei lavori: perché, come osserva Maurizio Buccarella, «Caridi avrà tempo di difendersi in Tribunale, ma il Senato deve rimuovere subito gli ostacoli che alcuni vogliono mettere all'attività dei magistrati. Altrimenti il messaggio sarà gravissimo: si ricorre all'immunità per un caso che non ha precedenti nella storia del Senato. L'accusa per Caridi, infatti, è di associazione a delinquere di stampo mafioso».