Casini e Fini, attacco frontale al premier
Berlusconi: dimissioni solo se c'è sfiducia

Gianfranco Fini
Gianfranco Fini
Domenica 25 Settembre 2011, 12:04 - Ultimo agg. 25 Ottobre, 20:21
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ROMA - Casini e Fini all'attacco del premier. Processo breve, processo lungo e cos via. Per Gianfranco Fini, intervistato a Sky, si tratta di leggi ad personam, pro-Silvio Berlusconi. Questo si chiama uso personale delle istituzioni, attacca il presidente della Camera. Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, sostiene che il governo è assente in questo momento di crisi e chiede quindi che si vada al voto. Il premier, dal canto suo, dice che non si dimetterà se non di fronte ad un voto di sfiducia.



Berlusconi: non mi dimetto se non con la sfiducia. «Ogni giorno ci chiedono un passo indietro - ha detto oggi il premier Berlusconi intervenendo telefonicamente alla festa del Pdl a Cuneo - Stiano tranquilli perché non possiamo andare dietro alle aspettative dei media e dell'opposizione. Non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia in Parlamento che io escludo».



«Nel 2013 vinceremo le elezioni». «Ci presenteremo alla prossima scadenza elettorale, tra un anno e mezzo, con le carte in regola per vincere - ha detto il premier Abbiamo fatto molto e stiamo lavorando ad altre misure per la crescita e lo sviluppo, dimostreremo concretamente che il governo ha lavorato e sta sempre lavorando sodo per l'Italia e nell'interesse di tutti quanti. Ci presenteremo, anche per l'opposizione che abbiamo, alla prossima scadenza elettorale con un programma realizzato che ci farà dare ancora dagli italiani la responsabilità di governo».



«Il governo andrà avanti e farà le riforme che gli italiani ci chiedono, necessarie per ammodernare il Paese - dice Berlusconi - Ogni giorno ci chiedono, comunisti e post-comunisti in testa, che il governo faccia un passo indietro. Ma stiano tranquilli, non possiamo andare dietro le aspettative dei media e dell'opposizione, non ci dimetteremo se non dopo un voto di sfiducia che in Parlamento ci sentiamo di escludere. Andremo avanti perché abbiamo una maggioranza coesa, solida, sicura che potrà fare finalmente quelle riforme, a partire dalla giustizia, dal fisco, dall'architettura istituzionale dello Stato».



«In settimana decreto per la crescita». «In settimana esamineremo le misure per la crescità e lo sviluppo e con questo decreto dimostreremo che il governo sta sempre lavorando sodo per l'Italia» ha annunciato Berlusconi. «È molto difficile mettere misure di sviluppo in una manovra che deve tagliare 54 miliardi, eppure siamo riusciti anche in questo: proprio oggi pomeriggio ho contato che ci sono 27 misure per la crescita dell’economia e per la crescita dell’Italia».





«L'Italia si inabissa se vince la sinistra». «Non ci lasceremo abbattere il morale da un'opposizione che continua a dire sempre le stesse cose come un disco rotto - dice il premier - Trovatemi un leader dell'opposizione che vada d'accordo con gli altri e a cui l'Ue potrebbe dare credito. Il credito dell'Ue nei confronti dell'Italia si inabisserebbe con la sinistra al governo».



«Siamo in uno stato di polizia.» «Dobbiamo tornare ad essere un Paese civile ed oggi non lo siamo - sostiene il premier - Quando chiamate qualcuno non sentite la morsa di uno Stato di polizia? In questo momento lo Stato non lo sentiamo più come una tutela della libertà, è molto importante procedere con la riforma per recuperare il senso di libertà».



Bersani: premier ad un passo dal delirio, noi disponibili a governo d'emergenza. «Le dichiarazioni zuccherose di Berlusconi sono a due passi dal delirio - dice il leader del Pd, Pier Luigi Bersani - I fatti ci mettono di fronte alla verità, dopo anni di menzogne. Davanti a noi c'è il passaggio più arduo dal dopoguerra a oggi. Di più, le preoccupazioni degli italiani sono diventate preoccupazioni per il mondo. Ci aspettano scelte difficili e sempre più difficili per ogni giorno che passa senza un cambiamento. Il Partito democratico, nel segno dell'equità e della crescita, è pronto a prendersi le sue responsabilità a sostegno di un governo di emergenza e di transizione. Chi, per puro egoismo, ostacola testardamente questa scelta; chi testardamente impedisce ogni cambiamento si prende a questo punto una responsabilità storica».





«Nella maggioranza non si vuole impedere di pubblicare le intercettazioni, si vuole impedire di farle» dice Fini a Maria Latella durante l'intervista. Il presidente della Camera annuncia che il «Terzo Polo sta mettendo a punto una propria proposta» in cui si stabilisce che «alla magistratura è permesso di utilizzare le intercettazioni, ma contemporaneamente si renda impossibile la divulgazione delle intercettazioni che non hanno nulla a che vedere con l'ipotesi di reato».



«Provo una certa soddisfazione quando vedo che un faccendiere, oggi agli onori delle cronache, fosse ospite dell'aereo presidenziale con Berlusconi o ai colloqui tra il ministro Frattini e le autorità di Panama». Il presidente della Camera parla anche del caso Montecarlo: «Mai campagna di calunnia come quella fu organizzata» ed ora di fronte all'emergere di presunti legami tra il premier e Lavitola, Fini dice: «Non mi sono meravigliato». «Quando ci si circonda di personaggi come quelli - aggiunge il presidente della Camera- è evidente che c'è qualcosa di poco trasparente. Anche per quanto riguarda certi documenti patacca...».



«È strano che solo oggi il premier si accorga che quella è la personalità di Tremonti, è stato Berlusconi a delegarlo dominus assoluto della politica economica. Tutti i parlamentari del Pdl e i ministri dicono Tremonti insopportabile. Ma quello è il suo carattere. Quello che non si spiega è perchè Berlusconi abbia abdicato al suo ruolo di presidente del Consiglio dicendo: fai tu».



Casini: governo assente, meglio andare al voto. «Non vedo come si possa andare avanti con un governo che davanti all'emergenza sociale è assente, indifferente - ha detto oggi il leader Udc, Pier Ferdinando Casini - Noi abbiamo fatto di tutto per stimolare gli uomini di buona volontà del Pdl, ma alle affermazioni private non corrispondono fatti pubblici, quindi meglio lo sbocco elettorale». Il leader dell'Udc ha detto di condividere l'ipotesi fatta ieri dal governatore della Lombardia, Formigoni, di elezioni anticipate nel 2012.



«Nella riforma fiscale spazio alle famiglie». «Siamo stanchi delle parole e chiediamo al governo dei fatti - ha detto Casini - Hanno finora ignorato il quoziente familiare ma è urgente che nella riforma fiscale si dia spazio alle famiglie e si tenda la mano a imprese e lavoratori. Questa è la grande priorità in questo momento».



«La legge elettorale è importante ma la vera priorità in questo momento è la questione sociale e la necessità di politiche per la famiglia - sostiene il leader Udc, rispondendo all'apertura del segretario Pdl Angelino Alfano sulla riforma elettorale - Oggi all'ordine del giorno ci sono cose concrete, politiche per la famiglia nella riforma fiscale. Il resto sono questioni secondarie e siamo stanchi che il governo continui a mettere temi fumosi sul tappeto».
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