Consulta, Violante rinuncia: «Deriva che offende le istituzioni». Alfano: gesto alto

Luciano Violante
Luciano Violante
Mercoledì 29 Ottobre 2014, 12:21 - Ultimo agg. 30 Ottobre, 10:02
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«E' necessario fermare una deriva che offende l'autorevolezza delle istituzioni e la dignità delle persone. Ritengo perciò che rientri nei miei doveri invitare tutto il Parlamento a scegliere altra personalità ritenuta più idonea ad ottenere il consenso necessario». Così Luciano Violante, in una lettera al Corriere della Sera, annuncia il suo ritiro dalla corsa alla Consulta. «Su ogni altra considerazione - sottolinea - prevale per me la necessità che le Camere siano messe in condizione di decidere. Signori e Signore del Parlamento, le Camere avrebbero dovuto eleggere due giudici della Corte costituzionale nel giugno scorso. A distanza di quattro mesi da quella data, nulla è cambiato. Ma il protrarsi della indecisione sta producendo un grave discredito delle istituzioni parlamentari».



L'ex presidente della Camera invita i colleghi a riflettere sui «problemi di portata generale» che si sono manifestati nella corsa alla Consulta: «La vita politica italiana - scrive - attraversa una difficoltà» che deriva dall' idea che l'attività politica debba ridursi a uno scontro privo di confini e di principi morali. Sono in discussione i comportamenti non le norme, perché le leggi sono inefficaci senza i "buoni costumi" che impongono comportamenti misurati e lungimiranti
».



L'ex presidente della Camera sottolinea:
«In queste circostanze concorrere a decisioni rapide e responsabili diventa un dovere.
Il nostro Paese ha dimostrato in tante vicende lontane e vicine di possedere la forza per ripartire. Queste energie sono presenti in misura vasta anche nelle Camere. Permettetemi di sperare che le classi dirigenti, di cui voi siete parte rilevante, diano anima a queste energie, restituendo alla politica l'autorevolezza che le spetta in una democrazia funzionante. A partire dalla rapida elezione dei due nuovi componenti della Corte costituzionale
».



Speranza (Pd): amarezza per la decisione di Violante. «Ho appreso con grande amarezza la decisione di Violante di rinunciare alla candidatura a membro della Corte Costituzionale, nonostante l'enorme consenso parlamentare ottenuto fin dalle prime votazioni - dice Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera - Amarezza che si unisce a un profondo rispetto per la persona e per il politico che anche in questa occasione ha dimostrato il senso alto delle istituzioni che sempre ha caratterizzato la sua storia».



Alfano: da Violante gesto alto da uomo delle istituzioni. «Il gesto del presidente Violante è alto, da uomo delle istituzioni, tra l'altro non richiesto - ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano - Violante è stato votato da oltre 500 parlamentari, dunque il suo gesto è davvero di gratuità istituzionale, di esercizio della propria funzione pubblica con grande rispetto delle istituzioni. Le cose che dice sono molto severe ma anche molto vere».
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