Sì a fiducia su legge bilancio
poi la direzione del Pd | Video
Italicum, Consulta respinge accuse

Sì a fiducia su legge bilancio poi la direzione del Pd | Video Italicum, Consulta respinge accuse
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 10:16 - Ultimo agg. 15:30
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Il governo incassa la fiducia del Senato sull'articolo 1 della legge di bilancio che contiene la parte normativa della manovra. I sì sono stati 173 i no 108 senza astenuti. Poi la votazione sugli stanziamenti dei ministeri previsti dagli articoli 2 fino al 19.  

Disco rosso, dunque, alla legge di bilancio. «Autorizzata dal Consiglio dei Ministri pongo la questione di fiducia, senza emendamenti all'articolo 1 del ddl di bilancio nel testo identico a quello approvato dalla Camera», aveva dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi fra i mormorii dell'Aula. Ua prima tappa obbligata, questa, dopo il ciclone referendum e le dimissioni annunciate dal premier Matteo Renzi. E le prossime ore saranno decisive per capire quale scenario si aprirà per il Paese dopo il No alla riforma costituzionale.

Dimissioni del premier più vicine. Rafforzate le misure di sicurezza davanti la sede del Pd al Nazareno dove oggi pomeriggio inizierà la direzione del partito dopo la vittoria del No al referendum. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell'esercito in servizio di vigilanza. Secondo quanto si è appreso, sono stati allertati cinofili, artificieri e antisabotaggio pronti a intervenire sul posto nel caso in cui ce ne fosse la necessità. La sicurezza è stata rafforzata anche per far fronte a eventuali proteste che potrebbero essere improvvisate davanti la sede del partito. Dopo il verdetto dell'aula, i riflettori sono infatti puntati sulla direzione del Pd, al largo del Nazareno, il partito che appare già diviso e dovrà decidere quale soluzione presentare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, contrario a elezioni subito. E la Consulta respinge le accuse sull'Italicum: «In relazione alla scelta dell'udienza del 24 gennaio 2017, per la trattazione delle questioni relative alla legge elettorale, si sottolinea che la Corte costituzionale opera secondo le regole degli organi giurisdizionali». Lo precisa in una nota la Corte Costituzionale. «La scelta di una data anteriore - chiarisce ancora - avrebbe privato le parti dei termini dei quali dispongono per legge, allo scopo di costituirsi in giudizio e presentare memorie».




La principale ipotesi  sembra quella di un governo di responsabilità nazionale, fondato su larghe intese, per cambiare la legge elettorale. Non si sa quando Renzi salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni congelate ieri. Subito dopo dovrebbero iniziare le consultazioni, che non escludono un Renzi bis.  Ma la Lega con Salvini è contraria e chiede elezioni immediate, altrimenti annuncia la protesta di piazza. Anche il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, è favorevole al voto nel più breve tempo possibile.

Continua la polemica sui social, con attacchi a Bersani. Il presidente dei dem, Matteo Orfini, invita alla calma, «lasciando ad altri la rabbi». Dopo l'esito della direzione Pd si dovrebbero riunire anche i parlamentari M5s. «Non è bastato avere un mega stipendio per quasi 4 anni, oltre alle auto blu, l'assicurazione sanitaria, l'assicurazione dai morsi di insetto e dalle insolazioni, i rimborsi spese che non andavano rendicontati e lo status di "onorevole". Siccome prima di settembre 2017 ai Parlamentari non scatta la pensione, vogliono trascinarci in un altro governo di scopo. Lo scopo è intascare altri soldi degli italiani. Nient'altro». Lo scrive il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio, su Fb dove ripete: «Per noi si deve andare subito alle elezioni. La proposta per la legge elettorale l'abbiamo fatta, chiamatela pure con simpatia "legalicum". I cittadini italiani devono scegliere con libere elezioni. Basta con i Governi fabbricati in provetta».

 


 

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