Cultura, stop ai tagli. Letta annuncia: con la legge di stabilità in arrivo nuovi fondi

Cultura, stop ai tagli. Letta annuncia: con la legge di stabilità in arrivo nuovi fondi
di Rita Sala
Lunedì 8 Luglio 2013, 09:06 - Ultimo agg. 9 Luglio, 10:19
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ROMA - Quelli sulla cultura sono tagli precedenti che danno effetti ora. Nella legge di stabilit, come ho promesso, invertiremo la rotta.

Così il premier Enrico Letta, intervenendo su twitter, ha risposto ad un follower che gli chiedeva perchè, nonostante il suo impegno, siano stati tagliati i fondi al ministero dei Beni Culturali. Immediata la replica del ministro Massimo Bray, che ha appena affidato al Parlamento un documento organico con tutte le cifre del disastro (peraltro note da mesi ed anni): «Tutto il Governo è ora impegnato in difesa della Cultura: il presidente Enrico Letta mantiene l’impegno preso sui Beni culturali».



La lista nera del settore è l’occasione per riaprire il dibattito sullo stato reale del patrimonio culturale italiano. Secondo il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi, membro della commissione Bilancio di Montecitorio. «la questione va affrontata seriamente, non ideologicamente, al di là di ogni ipocrisia e avendo il coraggio di dire che lo Stato italiano, da solo, non può o non è in grado di gestire il suo immenso patrimonio. Dato che risorse pubbliche da stanziare non ce ne sono, e anche se ce ne fossero sarebbero insufficienti, l’unica strada è quella di coinvolgere i privati nella gestione dei beni culturali. Solo così potranno essere valorizzati e diventare la forza propulsiva del nostro Pil».



GLI OPERATORI

Nel pieno delle attività di una Fondazione lirica il cui Cda ha appena approvato il terzo pareggio di bilancio consecutivo, Catello De Martinio, sovrintendente dell’Opera di Roma, osserva: «Siamo felici che questo Governo abbracci una consapevolezza da più stagioni ribadita da parte di chi lavora nell’ambiente e sa bene quanto la cultura sia un investimento redditizio. Posso affermarlo da diretto testimone: proprio all’Opera di Roma riuscimmo ad evitare a tutti i teatri d’Italia una chiusura che sarebbe stata inevitabile se fosse stato applicati lo sciagurato taglio al Fus previsto dall Finanziaria. Il maestro Muti, fortunatamente presente al Costanzi, incontrò l’allora ministro Tremonti dimostrandogli l’insensatezza della situazione. Il taglio rientrò con una manovra di pochi centesimi sul costo della benzina. Quanto ai privati, ben vengano se ausiliari al mantenimento del nostro patrimonio culturale. Ma sarei cauto su certe alienazioni di beni che costituiscono un momento strategico del Paese».



Dichiara Antonio Calenda, da 20 anni direttore dello Stabile del Friuli Venezia Giulia: «Spesso si opera pressati dalle necessità dei momenti difficili, ma teniamo presente che l’investimento dello Stato sulla Cultura - è quello necessario è comunque, rispetto ad altri, sempre relativo - difende la civiltà di un Paese, la sua vera, intima richezza. Una richezza che, se dispersa, non si ricomporrà mai più. E la devastazione peserà sulle future generazioni».
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