Il ministro del Sud finisce a Sassuolo: De Vincenti ripescato in extremis

Il ministro del Sud finisce a Sassuolo: De Vincenti ripescato in extremis
di Nando Santonastaso
Lunedì 29 Gennaio 2018, 11:30
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Candidato annunciato, poi giubilato, infine ripescato. In poche ore il ministro Claudio De Vincenti dall'inferno alla resurrezione, elettoralmente parlando. L'esclusione più eccellente dalle liste elettorali del Pd cancellata dopo la rinuncia di Gianni Cuperlo. Il ministro del Mezzogiorno correrà nel collegio senatoriale di Sassuolo, in provincia di Modena. «Ma io sono anche il ministro uscente della Coesione territoriale, non dimentichiamolo», osserva il professore, cogliendo le perplessità sollevate non solo dalla vicenda in sé ma anche dal suo epilogo geografico, con una sede finale molto diversa da quelle in cui ha dato il massimo del suo impegno da ministro.
De Vincenti sembrava destinato a un collegio del Sud, Napoli su tutti, e per molti la scelta era quasi obbligata alla luce dell'impegno profuso nell'ultimo anno soprattutto come ministro del Meridione: si ritrova da ieri a doversi far conoscere e votare da un elettorato che - a giudicare dalle prime dichiarazioni dei leader Pd locali lo accetta con qualche riserva non personale ma sul metodo dell'assegnazione. «Ma io credo che non ci saranno problemi, l'importante è il sostegno al Pd», dice De Vincenti tagliando corto.

Voltare pagina è da ieri mattina la sua preoccupazione. Ricucito nel segno della parola incomprensione lo strappo con il segretario Renzi: «A volte la verità è più semplice della ricerca di un retroscena - fanno sapere dal suo entourage - la sua candidatura era prevista quando è iniziata la direzione nazionale, poi c'è stata appunto una banale incomprensione al momento dell'indicazione dei collegi, una comunicazione non chiarissima in quelle ore assai concitate che ha fatto cambiare la situazione. Ma l'importante è che tutto alla fine si sia risolto per il meglio». E così dopo avere ringraziato il suo ex presidente del Consiglio per la possibilità del ripescaggio e, appunto, per avere riportato il caso al capitolo incomprensione, ecco De Vincenti già pronto a guardare all'Emilia e alla sua prima prova da candidato.
 
«Ho accettato con una certa emozione la candidatura nel collegio uninominale di Sassuolo, territorio parte di una regione con i tassi di crescita più significativi ed espressione tra le migliori di quel saper fare italiano che l'ha portato ad essere leader nel mondo per il comparto della ceramica. Un onore correre alle politiche del 4 marzo rappresentandolo», dichiara. E a chi lo ha finora conosciuto come un instancabile lavoratore al servizio della rinascita del Mezzogiorno, ricorda di essere appunto anche il ministro della Coesione territoriale, di tutta l'Italia insomma, Nord compreso. «La mia attività di governo - ricapitola - prima come sottosegretario allo Sviluppo Economico, poi come vice ministro, quindi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio e infine come ministro, è sempre stata guidata dall'obiettivo di riattivare il motore della crescita del nostro Paese e dalla convinzione che si cresce tutti insieme. In questo credo di essere stato sempre ispirato dalla mia formazione di sinistra, oltre che dalla mia attività di economista».

E a chi lo giudicasse una sorta di extraterrestre politico nella profonda Emilia, un tempo tutta rossa, rievoca la vicinanza operativa da ministro con il presidente regionale Bonaccini: un lavoro, dice De Vincenti, che «ha prodotto un accordo per più di 800 milioni di investimenti, grazie al Fondo Sviluppo e Coesione, in infrastrutture per la mobilità, edilizia scolastica, ambiente, beni culturali e impianti sportivi, che toccano anche e in misura significativa proprio l'area di Sassuolo, con i comuni del distretto della ceramica e le aree interne».

Insomma, nessuna improvvisazione. «Considero la mia candidatura a Sassuolo dice De Vincenti - un riconoscimento del lavoro svolto con gli ultimi due governi per la coesione del nostro Paese, da Nord a Sud. Il futuro dell'Italia passa per la creatività e l'impegno di tutto il suo popolo, dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Il Mezzogiorno sta dando e continuerà a dare un contributo decisivo alla rinascita italiana: non si cresce gli uni contro gli altri, si cresce tutti insieme. E i dati confermano ormai senza possibilità di dubbio che la ripresa, cominciata tre anni fa e di cui anche il Sud è protagonista, va consolidandosi: dobbiamo continuare sulla strada intrapresa, dando stabilità e prospettive di crescita e di occupazione per sanare definitivamente le ferite aperte dalla crisi del 2008-13».
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