Delrio: «Porti, governance unica
treni, i fondi ci sono già»

Delrio: «Porti, governance unica treni, i fondi ci sono già»
di Nando Santonastaso
Mercoledì 18 Maggio 2016, 08:43 - Ultimo agg. 13:38
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Ministro Delrio, partiamo dai tempi di attuazione della riforma dei porti: Salerno intende chiedere una moratoria di 36 mesi prima di entrare nell'Autorità di sistema del Basso Tirreno con Napoli mentre il Consiglio di stato mette in guardia sul rischio che istanze locali possano frenare ulteriormente al riforma. Che ne pensa?
«La riforma va nella direzione della cooperazione fra porti per rafforzare il sistema italiano. Il decreto governance sta procedendo e, dopo la Stato-Regioni e il parere favorevole con osservazioni del Consiglio di Stato, è arrivato alle commissioni parlamentari per poi tornare al Cdm, con il recepimento delle osservazioni. Il Consiglio di Stato esprime una preoccupazione comprensibile. In ogni caso mi auguro che prevalga quel disegno di sistema nazionale e di efficienza che lo stesso Consiglio e la stessa conferenza delle Regioni, Comuni e Province hanno colto e apprezzato. I casi particolari saranno valutati con rispetto e attenzione».

Il parere delle Commissioni parlamentari arriverà a quanto pare solo a fine giugno, lei pensa che la nomina del presidente di Napoli arriverà dopo l'estate?
«No, dobbiamo fare assolutamente entro l'estate».

Eppure, mentre i tempi procedurali in Italia si allungano o quanto meno non sono brevi, altrove come a Suez si è già pronti: non crede che così si complica la possibilità di accrescere la competitività del sistema italiano che è alla base della riforma?
«No, perché la riforma sta procedendo in tutte le sue parti, grazie ad un'azione congiunta, legislativa, amministrativa e tecnica. Gli incentivi da 200 milioni previsti in stabilità, Marebonus e Ferrobonus, vedranno partire i bandi entro l'estate. Solo con il Marebonus ci saranno 800.000 mezzi pesanti in meno sulle strade. Lo Sportello Unico doganale, implementato con l'Agenzia delle Entrate, in un anno e mezzo ha permesso di sdoganare in mare 3.500 navi e lo sdoganamento in mare è oggi attivo in 17 porti. Possiamo contare ora su 16 Fast corridor, di cui nove su gomma, cinque su ferro, due intermodali, per 1.413 container. La norma del Collegato Ambientale per semplificare escavi e dragaggi garantendone la sostenibilità è già in vigore, mentre continua l'iter dei regolamenti. Siamo in dirittura d'arrivo con le concessioni demaniali e la governance. Sta procedendo l'upgrading del trasporto merci ferroviario da e per i porti e dei collegamenti ultimo miglio con la previsione, nell'aggiornamento del contratto di programma Rfi del 2015, di 1,5 miliardi di interventi di cui il 60% già finanziati. Sono alcuni esempi che dicono come si stia facendo un lavoro profondo e concreto che affronta tutti i punti critici del sistema portuale italiano, a beneficio della crescita e della competitività».

Napoli lamenta di non aver potuto inserire nel bilancio preventivo dell'Autorità portuale le risorse comunitarie destinate anche ad avviare il grande e indispensabile progetto del dragaggio del porto: lo stop dei revisori dei conti di nomina ministeriale sarebbe alla base di una decisione mentre a Salerno questo stop non c'è stato. Perché?
«C'è stato un confronto con i revisori dei conti da parte dell'Autorità portuale di Napoli e, grazie al confronto con la Regione, il problema è ormai in fase di soluzione».

In uno studio Svimez-Unione Industriali di Napoli si osserva che le opere previste dal Patto per la Campania, in particolare quelle ferroviarie, non avrebbero al momento risorse certe per essere completate, come per la Napoli-Bari: è vero? E le nuove risorse arriveranno anche attraverso la flessibilità riconosciuta proprio oggi dall'Ue o c'è da essere preoccupati visti i troppi precedenti di opere a rilento e spesso mai terminate nel Sud in particolare?
«Vi sono già risorse per oltre 3 miliardi di euro disponibili e da spendere per la Napoli-Bari e contiamo di pubblicare bandi per oltre 500 milioni nei prossimi giorni. Le risorse per i corridoi europei come la Napoli-Bari e la Napoli-Palermo sono garantite e sicure anche per i prossimi lotti costruttivi. I corridoi europei sono la priorità al Nord come al Sud e debbono anche trasportare merci. Il governo Renzi , inoltre, con la Stabilità 2016 ha fatto per la prima volta una pianificazione pluriennale per le infrastrutture, in particolare con i contratti di programma Anas e Rfi proprio per dare più certezza di risorse e di pianificazione. Un cambio di passo notevole. Sulla flessibilità il percorso è stato sostanzialmente positivo e avremo le risorse necessarie per le opere previste».

Il piano per le nuove Metropolitane non ha previsto l'atteso anello della metro di Napoli: è vero che non è stato possibile inserirlo per via dei contenziosi mai risolti dalla precedente amministrazione regionale con le imprese appaltatrici?
«Nel Piano Metropolitane abbiamo previsto il prolungamento della linee L1 e L6. Abbiamo valutato, con la struttura tecnica di missione coordinata dal professor Ennio Cascetta, che l'anello della metropolitana va ovviamente completato. La cosa è allo studio perché non è possibile al momento prevedere esattamente le risorse necessarie, per via di un notevole contenzioso con le imprese a seguito del fermo lavori del 2010».

A che punto è la cabina di regia? E I Patti sono davvero la scommessa vincente per il rilancio del Mezzogiorno?
«La cabina di regìa sta portando avanti un lavoro costante e fruttuoso. I patti hanno avuto il pregio di mettere a sistema le principali iniziative che convergono a Sud a di rendere chiaro il disegno. Sono senz'altro un'opportunità da cogliere e una attenzione del Governo attorno alla quale si possono consolidare molte iniziative non estemporanee ma di sostegno stabile a uno sviluppo non assistito. Il Sud è la scommessa più importante di questo governo».