Renzi avvisa il Pd: «Serve chiarezza»
Emiliano a muso duro: «Noi umiliati»

Renzi avvisa il Pd: «Serve chiarezza» Emiliano a muso duro: «Noi umiliati»
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 17:44 - Ultimo agg. 19:01
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Si è aperta con un lungo applauso a Matteo Renzi, la riunione della direzione Pd convocata dopo il voto per il referendum costituzionale. «Lo consideriamo un ringraziamento al segretario e presidente del Consiglio per il lavoro dei mille giorni», ha detto il presidente Matteo Orfini.

«Siamo il partito di maggioranza relativa. Dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a chiudere la crisi» di governo «nelle modalità che individuerà», le prime parole di Renzi che ha anche fatto intendere che non farà parte della delegazione che salirà al Quirinale per le consultazioni annunciando che la stessa sarà «composta da uno dei due vicesegretari, Guerini, dal presidente» Matteo Orfini «e dai due capigruppo» Ettore Rosato e Luigi Zanda. «Propongo che la direzione sia convocata in modo permanente per consentire alla delegazione di venire a riferire quando vi saranno elementi di novità», ha aggiunto. E ancora: «O si va a votare dopo la sentenza della Consulta o se invece vogliono un nuovo governo che affronti la legge elettorale ma anche gli appuntamenti internazionali il Pd è consapevole ma non può essere il solo perché abbiamo già pagato il prezzo in un tempo non troppo lontano. Anche altri devono caricarsi il peso almeno in parte perché difficile sostenere che noi in nome della responsabilità veniamo tratteggiati come, cito, il quarto governo non votato dal popolo, il quarto dopo il colpo di stato del 2015, il governo figlio di un parlamento illegittimo o il terzo governo di trasformismo di Alfano e Verdini». 

Contestualmente, il segretario del Pd ha annunciato la resa dei conti interna al partito: «So che qualcuno ha festeggiato in modo prorompente la decisione di dimettermi, lo stile è come il coraggio di Don Abbondio, non giudico e non biasimo ma osservo e rilancio: alzo il calice festeggiando questo momento perché quando sei stato indicato dal Pd a fare il premier hai la fortuna di poter governare e per come la vedo non hai il diritto di mettere il broncio, chi usa il broncio o il vittimismo come elemento di iniziativa politica fa danno a sé stesso». La sfida è lanciata: «Tutti siamo consapevoli della rilevanza di questo momento. C'è un passaggio interno da fare che sarà molto duro nella chiarezza che deve contraddistinguere un grande partito democratico e che dovrà arrivare dopo aver affrontato la crisi di governo».

L'ultima battuta prima di salire al Colle e rassegnare le dimissioni è per la famiglia: «Speriamo domattina alla Playstation nel torneo con i miei figli di avere più fortuna di quanta ne ho avuta qui con qualcun altro...». Così scherza Renzi in direzione Pd. «Domani torno a casa per festeggiare gli 86 anni della mia nonna più giovane. Ringraziamo gli anziani...», aggiunge il premier dimissionario, con riferimento implicito della composizione dei voti per il Sì al referendum.


Tra i più critici dopo il discorso di Renzi il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Come volevasi dimostrare non è stato dato alcuno spazio al dibattito durante la Direzione Nazionale che é durata pochi minuti e che é servita solo a creare la scena di una dichiarazione prevedibile e priva di volontà di dibattito politico. Convocare centinaia di persone da tutta l'Italia per confezionare una scena del genere è una mortificazione della democrazia interna e della dignità del partito. Sono senza parole». 

Alcune decine di militanti Pd hanno atteso davanti alla sede del Nazareno l'ingresso degli esponenti democratici. E gli applausi sono stati tutti per gli esponenti della maggioranza: da Gennaro Migliore a Matteo Richetti. Alcuni tra i militanti espongono cartelli con la scritta «Renzi è il mio segretario» o «Era la riforma costituzionale del Pd».

L'arrivo alla direzione del Nazareno di Francesco Boccia deputato del Pd e presidente della commissione Bilancio della Camera è stato accolto da un coro ostile dai tanti fan della segreteria Renzi che si sono assiepati davanti all'ingresso della sede del Pd. Tanti gli slogan «Vattene a casa», «Questa non è casa tua» e «Via, via, via». Negli scorsi giorni Boccia era stato tra quelli che aveva chiesto a Renzi un passo indietro anche dalla segreteria del partito, cosa che evidentemente la folla non gli perdona. Dopo il suo ingresso sono continuati cori a favore delle elezioni subito. 
 

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