Sindaci, è boom di liste civiche
Partiti in ombra

Sindaci, è boom di liste civiche Partiti in ombra
Domenica 14 Maggio 2017, 09:32 - Ultimo agg. 15 Maggio, 08:13
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Fuga dai simboli di partito. Il candidato sindaco? Se è civico è meglio perché ha quell’appeal all’apparenza proattivo e fresco che il partito non ha più. E poi dopo Macron in Francia ora la moda impone l’equazione partito=fardello. Ecco perché i 10 milioni e 600 mila elettori nei 1.014 comuni che andranno al voto subiranno l’irresistibile fascino del candidato civico, quello che proviene dalla società civile e che si presta alla politica. Un fenomeno che riguarda tutti i partiti e i movimenti. Nessuno escluso. Partiamo dai capoluoghi di regione che vanno al voto: Genova, Palermo, L’Aquila e Catanzaro.
 


Nel capoluogo ligure il candidato del centro sinistra, Gianni Crivello, assessore comunale uscente con Marco Doria, schiera tre liste civiche a supporto e sì, poi c’è anche il Pd. Ma il suo esordio quando ha presentato la candidatura è stato: «Sono molti anni che non ho una tessera di partito». Bene, messaggio ricevuto. Il suo sfidante di centrodestra, il manager Marco Bucci, è riuscito nel miracolo di riunire tutta la compagine di destra e centro destra ma prima di tutto viene la sua lista civica: “Vince Genova-Bucci sindaco”, scritta blu su sfondo arancione con al centro la bandiera di Genova. A Palermo anche il M5S ha cercato e poi candidato, il volto della società civile impegnata. E infatti è stato scelto Ugo Forello, avvocato proveniente dall’associazione antiracket Addiopizzo. Forello non è un attivista M5S della prima ora, ragion per cui più di un esponente pentastellato siciliano ha gridato alla scalata del Movimento. Ma a Palermo ci sono pure Leoluca Orlando (il sindaco uscente che se vince è al suo quinto mandato) e Fabrizio Ferrandelli. I due hanno in comune una passata attrazione per l’Idv, che già all’epoca portava con se il germe antipartitico, e ora a entrambi preme molto eclissarsi dai simboli di partito. Per questo l’11 giugno si presenteranno avvolti da una trapunta di liste civiche che possa cucire loro addosso la leggerezza mutevole e liquida di associazioni, circoli, comitati che un partito con il suo esercizio di congressi, segretari e sezioni non può offrire. A L’Aquila ci saranno 24 liste a sostegno di 7 candidati dopo dieci anni di amministrazione targata Massimo Cialente. A sinistra l’ha spuntata il candidato civico ma ex democristiano Americo Di Benedetto che alle primarie ha sconfitto il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci. La sua, sottolineano, è una coalizione civico progressista (ci sono Pd e Mdp) su cui sovrasta la lista civica “Vivendo L’Aquila”. Il centrodestra intero fa quadrato con l’ex Casapound Pierluigi Biondi.


Ma a L’Aquila c’è una compagine civica molto frizzante. Ci sono quattro gruppi: l’evoluzione dei movimenti post-terremoto come le «carriole», la coalizione «L’Aquila chiama» che schiera Carla Cimoroni e tre liste, tra cui una di ispirazione Prc; l’ex vice sindaco di centrosinistra fino a poche settimane fa e, prima ancora, procuratore della Repubblica all’Aquila e Pescara, Nicola Trifuoggi, in campo con la coalizione «L’Aquila polis» articolata in due liste; l’ex manager della Asl Giancarlo Silveri, a capo della lista del movimento «Riscatto popolare». A Catanzaro ci sono 4 candidati. Il sindaco uscente Sergio Abramo raggruppa sei liste; il centrosinistra si affida al cardiologo e consigliere regionale del Pd Enzo Ciconte che presenta 11 liste su 21. C’è l’outsider Nicola Fiorita, presidente di Slow Food e di Libera Catanzaro.


Con il movimento “Cambiailvento” si propone, da civico convinto, di raccogliere il voto dei delusi. Un po’ come a Padova dove Arturo Lorenzoni si candida con “Coalizione civica” (1847 sottoscrittori dal niente). Per scongiurare la batosta di cinque anni fa, a Parma, il candidato civico che sfida l’ex M5S Federico Pizzarotti, Paolo Scarpa, ha vinto le primarie e si è creato subito una sua lista civica di riferimento, espediente a cui il Pd non aveva pensato nel 2012 remando verso la rovinosa sconfitta al ballottaggio con Pizzarotti che ora si ripresenta contro 9 sfidanti con una lista civica “Effetto Parma”.

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