Elezioni europee, la legge elettorale
torna alla Consulta sulla soglia al 4%

Elezioni europee, la legge elettorale torna alla Consulta sulla soglia al 4%
Martedì 23 Agosto 2016, 21:01
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La legge elettorale per i membri italiani dell'Europarlamento torna alla Consulta. L'input viene dal Consiglio di Stato che chiede di verificare la tenuta costituzionale dello sbarramento del 4%, al di sotto della quale non si ha diritto all'attribuzione dei seggi per il Parlamento Ue. La decisione è stata assunta esaminando un ricorso di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e altri esponenti di Fratelli d'Italia-An, rappresentati dall'avvocato Federico Tedeschini, che oggi si dice «molto soddisfatto», anche perché in precedenza il Tar aveva respinto. Senza quello sbarramento, quella lista avrebbe avuto 3 seggi agganciati al milione di voti ottenuti alle europee del 2015.

L'ordinanza dei giudici amministrativi, V sezione, è stata depositata oggi e, trattandosi di materia elettorale, sebbene riferita alla legge per scegliere gli europarlamentari, acquista attualità anche rispetto al dibattito in atto sull'Italicum, il 4 ottobre all'esame della Corte Costituzionale. Tre gli articoli della Costituzione su cui il Consiglio di Stato fa leva: il primo, sovranità popolare; il 3, diritto d'uguaglianza e il 48, diritto di voto. Secondo i giudici amministrativi, che hanno ribaltato l'orientamento espresso in precedenti pronunce, la norma sulla soglia del 4% rischia di produrre «una compressione dei principi di piena democraticità e pluralismo del sistema rappresentativo». Nè persegue uno scopo, per esempio limitare la frammentazione e garantire governabilità, visto che il Parlamento Ue non esprime una fiducia alla Commissione.

La legge elettorale europea era finita due volte sotto la lente della Consulta, che si era espressa per l'inammissibilità. La prima volta nel 2010, ma il tema del 4% non c'era. La seconda nel 2015, sollevata dal Tribunale di Venezia su ricorso di un gruppo di cittadini elettori capeggianti dall'avvocato Felice Besostri - che aveva già promosso l'azione, vinta, contro il Porcellum, e che ora ha ingaggiato una battaglia sull'Italicum. Qui il nodo del 4% era tra i temi, ma i ricorrenti lamentavano la violazione di un diritto, quello di elettori, in qualche modo astratto e la Corte Costituzionale non ritenne sufficienti tali motivazioni. Nel caso sollevato ora dal Consiglio di Stato, invece, i ricorrenti sono dei candidati e la violazione lamentata è concreta. «Questa volta la Corte dovrà entrare nel merito», commenta infatti lo stesso Besostri.

Calendario alla mano, tenuto conto che la Consulta non si esprimerà prima di un anno e che poi tutto dovrà tornare al Consiglio di Stato, per chiudere la causa ci vorrà ancora molto tempo. Quindi, anche se il ricorso sarà accolto, le conseguenze non riguarderanno quei tre seggi all'Europarlamento, ma semmai le azioni risarcitorie che gli interessati potrebbero intentare e in gioco ci sono gli stipendi non percepiti.
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