Elezioni Roma, l'ultimo duello in tv fra Raggi e Giachetti: scontro frontale su Atac, debito e Olimpiadi

Elezioni Roma, l'ultimo duello in tv fra Raggi e Giachetti: scontro frontale su Atac, debito e Olimpiadi
di Lorenzo De Cicco e Fabio Rossi
Giovedì 16 Giugno 2016, 09:12 - Ultimo agg. 17:28
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La temperatura si scalda soprattutto nel finale, quando Virginia Raggi e Roberto Giachetti si scambiano gli ultimi colpi diretti, in vista del ballottaggio di domenica per Palazzo Senatorio. Il confronto di Sky, ospitato proprio nella piazza del Campidoglio, diventa subito una sfida tra programmi contrapposti per il futuro di Roma. Ma il veleno è nella coda, quando si parla della situazione dei trasporti pubblici della Capitale e della sua (malandata) azienda dei trasporti. «Gli unici 150 bus nuovi sono merito del commissario Tronca», dice la pentastellata. «Eh no, è merito del Pd. Non è che quando parli male dell'amministrazione è colpa nostra e quando le cose vanno bene non lo dici», attacca il renziano. E ancora: «Avete già avuto la possibilità di fare quello che volete fare oggi, avete governato per 20 anni», dice la grillina. «Ho incontrato tanta rabbia in questa campagna elettorale, anche per responsabilità della nostra parte, ma con la rabbia non si va da nessuna parte», scandisce Giachetti, issando il vessillo della competenza, da contrapporre alla rivale.

I COLPI
Si parla ovviamente di Mafia Capitale. Ai candidati viene chiesto di rivolgersi direttamente a Carminati, guardando in macchina. «Non ho nulla da dirgli - è il messaggio di Giachetti - ma se divento sindaco sarò vigile e attento affinché non ci siano più situazioni come quelle viste finora». «Noi siamo incorruttibili», la risposta dell'avvocatessa 5 stelle. Che ripete come un mantra: «Bisogna aggredire sprechi e privilegi». Schermaglie anche sul maxi-debito da 13 miliardi che grava sul Comune di Roma. La Raggi stavolta non dice, come aveva fatto in Rai, di non volerlo pagare (ipotesi peraltro tecnicamente impercorribile), ma promette di volerlo «rinegoziare». E Giachetti la attacca: «Hai cambiato idea».

Riavvolgendo il nastro: i primi scambi di colpi tra i duellanti toccano l'emergenza rifiuti. Roma, che dovrebbe essere la città più pulita d'Italia, considerati i quasi ottomila dipendenti della sua municipalizzata ambientale, invece è invasa dall'immondizia. «Io vengo da via delle Botteghe Oscure, è pieno di immondizia e fa schifo», esordisce il candidato del Pd, che promette: «Abbasseremo la Tari». Altra riduzione assicurata dal renziano riguarda le salatissime rette degli asili nido, aumentate del 22 per cento in tre anni. «Per chi ha il terzo figlio, la scuola sarà gratuita». La Raggi invece nicchia: «Non faccio queste promesse in campagna elettorale, ma allargheremo le fasce di esenzione». E sui rifiuti, arriva l'ennesima stoccata ai dem: «Il problema è che la scorsa giunta del Pd ha detto di aver chiuso la discarica di Malagrotta, ma non ha approntato un sistema di gestione dei rifiuti».

Altro duello, sulle Olimpiadi. Giachetti le sostiene convintamente: «Sono una grande opportunità di rilancio per la città. Porterebbero 170 mila posti di lavoro, il prolungamento della metro da Anagnina a Tor Vergata, 150 campi sportivi attrezzati nelle periferie». Se ci fosse un referendum? «Voterei sì». La Raggi invece non dice cosa voterebbe («ma hai già votato contro in Aula - ribatte Giachetti - così come sul taglio delle partecipate»), ripete che per lei «non sono una priorità» e promette di «impegnarsi a indire il referendum per far esprimere i cittadini».
Ed è proprio sul tema delle consultazioni «con i cittadini» che la pentastellata sembra andare in difficoltà. Dal pubblico una ragazza le chiede cosa farebbe se venisse indagata: si rivolgerebbe al web, ma dove? «Bisognerebbe iscriversi al sito di Beppe Grillo?», è la domanda. «Potranno votare sul sito del Comune di Roma oppure sul blog di Grillo», risponde l'ex consigliera M5s. A Giachetti viene chiesto dei suoi casali: «Sono solo due, non ho pensato di farci un agriturismo». Si parla di strade, non solo nel senso di buche. Giachetti intitolerebbe una via «a Marco Pannella»; la Raggi, ancora una volta, non si sbilancia: «Chiederò ai cittadini», risponde di nuovo.

LE TASSE ALLA CHIESA
Su una cosa sono d'accordo: la Chiesa deve pagare l'Imu per gli immobili commerciali.

Prima dell'appello finale, ai candidati arriva la domanda sulla futura giunta. Giachetti, che l'ha già presentata, va a memoria: «Livia Turco, l'ex questore Tagliente, gli ex assessori Scozzese e Rossi Doria, il cervello in fuga Lorenza Baroncelli». E la Raggi «ha completato la squadra?», chiede il conduttore. «La sto completando... - risponde lei - Ma sta venendo fuori molto bella. Sto vagliando i curriculum insieme allo staff romano che mi assiste», vale a dire il direttorio di parlamentari deciso dai vertici del M5s. Appello finale: la Raggi (forse inconsapevolmente) rispolvera uno slogan renziano: «Cambieremo verso a Roma». Giachetti: «Fare il sindaco è il più grande sogno della mia vita».

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