L'Europarlamento sceglie il presidente:
derby italiano tra Tajani e Pittella

L'Europarlamento sceglie il presidente: derby italiano tra Tajani e Pittella
Domenica 15 Gennaio 2017, 19:57
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L'Europarlamento si prepara a vivere una battaglia all'ultimo voto, martedì, per scegliere il successore di Martin Schulz. Una sfida che vede contrapposti in un derby tutto italiano il popolare Antonio Tajani e il socialista Gianni Pittella, con il primo in leggero vantaggio. Tanto acceso è il duello che in suo nome è saltato il patto di grande coalizione tra popolari, socialisti e liberali su cui si sono retti i primi due anni e mezzo della legislatura europea. Ppe e S&D si sono scambiati accuse di non credibilità e all'inizio della settimana scorsa Manfred Weber - mentre infuriava la polemica per l'ipotizzato passaggio del Movimento 5 Stelle tra le file dei liberali - ha pubblicato l'accordo firmato nel 2014 che garantiva l'alternanza tra le due principali famiglie politiche europee per la guida del Parlamento. I socialisti invece hanno ribadito di ritenere inaccettabile che con il 30% dei voti conquistati alle europee, il Ppe si ritrovi ad avere la leadership di tutte e tre le istituzioni Ue (avendo già Juncker alla Commissione e Tusk al Consiglio europeo).

Per l'elezione del presidente è previsto un sistema di voto segreto. Martedì sono in calendario quattro votazioni. Nelle prime tre è eletto chi ottiene la maggioranza assoluta degli aventi diritto (ovvero raggiunge o supera il quorum di 376), mentre al ballottaggio del quarto voto andranno i due più votati. Ad aumentare la tensione e gli appetiti il fatto che il socialdemocratico Schulz, nei suoi cinque anni alla guida dell'istituzione, ha dato visibilità e credibilità senza precedenti al ruolo di presidente del Parlamento. Per la sua eredità sono in corsa in sette. Tutti i gruppi, compresi gli euroscettici di Le Pen e Salvini, i conservatori dell'Ecr che hanno promosso il referendum sulla Brexit e la Sinistra Unitaria (con l'italiana Forenza) hanno presentato un candidato. Ma la corsa finale alla poltrona sarà verosimilmente tra i pesi massimi Antonio Tajani, berlusconiano pezzo da novanta del Ppe (217 seggi in Aula), e Gianni Pittella, dem vicino a Renzi e capogruppo dei socialisti dello S&D (189 scranni).

Il terzo incomodo, l'ex premier belga e capogruppo dell'Alde Guy Verhofstadt, sembra invece essere finito fuori gioco dopo il tentato matrimonio, poi fallito, con Beppe Grillo. La mossa ha messo in discussione la sua stessa leadership nel gruppo e aperto la strada alla francese Sylvie Goulard, che ha guidato la rivolta contro Verhofstadt e l'apertura ai grillini.

Nel derby fra Tajani e Pittella, il primo è leggermente favorito ai blocchi di partenza. Secondo una stima fatta da VoteWatch prendendo in considerazione tutte le oltre 4.700 votazioni espresse nei primi due anni e mezzo di legislatura da tutti i 751 deputati del Parlamento europeo ed analizzando quante volte i singoli europarlamentari si sono espressi con l'uno o con l'altro dei due candidati italiani, Tajani nel ballottaggio finale (quindi dopo i primi tre) potrebbe spuntarla con 380 voti contro 369 per Pittella. Ma decisivi saranno gli 89 «swing voters»' identificati da VoteWatch: parlamentari delle aree euroscettiche e dello stesso Alde, che avranno il ruolo di «kingmaker». Durante le prime tre votazioni inoltre - dove si elegge solo a maggioranza assoluta - possono essere introdotti nuovi candidati e nessuno si sente di escludere qualche sorpresa in extremis. Quel che è certo è che comunque vada, il voto influirà sugli equilibri della legislatura e portare ad un rimpasto anche per le altre massime cariche istituzionali
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