Sisma, pronto pacchetto
da 6 miliardi

Sisma, pronto pacchetto da 6 miliardi
di Francesco Pacifico
Giovedì 3 Novembre 2016, 08:40 - Ultimo agg. 09:07
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Luciano D'Alfonso, governatore dell'Abruzzo, una delle regioni colpite dal sisma, «è convinto che fino al terremoto del 24 agosto i sei miliardi messi a disposizione del governo erano straordinariamente sufficienti. Adesso, dopo le scosse del 30 ottobre, questi fondi vanno integrati, anche tenendo conto che non abbiamo ancora potuto iniziare a valutare gli ultimi ingenti danni. Ma il presidente del Consiglio e io non ho dubbi al riguardo - ha promesso che ogni danno troverà un'adeguata copertura finanziaria e normativa».

Le coperture finanziarie e normative per gestire il dopo sisma del centro Italia sono però in un patchwork di misure e di articoli della prossima manovra che messi assieme valgono almeno sei miliardi di euro. A poche ore dall'approvazione del secondo decreto legge dopo quello uscito dal consiglio dei ministri di lunedì scorso, il ministero del Tesoro ha fatto sapere che nella legge di Bilancio sono stati predisposti per la messa in sicurezza e la ricostruzione delle aree colpite dal sisma quasi tre punti di Pil. Anche se spendibili da qui al 2020 e erogati attraverso misure che non sono soltanto riferibili agli interventi post sisma.

Proprio da via XX settembre hanno spiegato che il governo, in concomitanza con ogni terremoto, ha stanziato con tre decreti 130 milioni di euro, ai quali sono seguiti, altri 466 milioni (per il 2016 e il 2017) sono arrivati con il decreto ricostruzione. A questo mezzo miliardo ne sono seguiranno altri 600 in manovra, previsti dall'articolo 51, per ricostruire le case e far ripartire le attività economiche con contributi e credito di imposta. Tutti soldi che, grazie a seguito a una convenzione con Cassa depositi e prestiti e Abi, andranno direttamente alle banche, che li utilizzeranno per rimborsare dei lavori fatti i cittadini che hanno subito danni. Di conseguenza, nessun centesimo passerà e sarà erogato dagli enti territoriali.

Proprio per venire incontro alle esigenze di comuni e Regioni, che dovranno realizzare le istruttorie propedeutiche alle gare, il governo ha deciso, con gli articoli 21 e 65 della manovra, di liberare dai bilanci del livello più periferico circa 600 milioni, destinandoli alle opere pubbliche oppure alleggerendoli dai loro obiettivi di bilancio. Dal Tesoro, però, mettono l'accento soprattutto sui 2 miliardi del bonus per le ristrutturazioni, che quest'anno coprirà fino al 75 per cento della spesa per le opere antisismiche. Per non parlare degli 800 milioni, stanziati in passato, per mettere in sicurezza le scuole (con il progetto Scuole belle) e il suolo dal rischio idrogeologico. Infine, e con le misure predisposte per i terremoti precedenti, si arriva alla fatidica cifra di 6 miliardi.

Ma proprio l'ultima serie finisce per mettere in dubbio l'enfasi posta dal Tesoro sulla spesa per il dopo terremoto. Infatti il bonus per le ristrutturazioni, i fondi per Scuole belle e contro il dissesto idrogeologico sarebbero in teoria destinati a finanziare interventi su tutto il territorio nazionale, non soltanto nell'area del cratere. E nel novero delle opere, fanno notare gli esperti, soltanto una parte minore va vista in chiave antisismica. Allo stesso modo i fondi disposti per Comuni e Regioni, e previsti agli articoli 21 e 65 della manovra, non obbligherebbero gli enti locali a occuparsi soltanto di prevenzione idrogeologica o sismica.

Secondo il governatore D'Alfonso queste problematiche saranno superate. Il presidente della regione Abruzzo è ottimista «perché il governo ha previsto di risarcire ogni danno generato dal sisma. Per la prima volta vuole rimborsare, per il 50 per cento, anche le seconde case se presenti nei centri storici. E accanto agli edifici si aiuteranno anche le attività economiche. Ma quello che mi fa sperare è la governance: tutti i fondi saranno in capo al commissario di governo, Vasco Errani, affiancato da quattro sub commissari: cioè noi governatori delle regioni coinvolte (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, ndr). Il commissario, che rappresenta sia il governo sia gli enti locali, sarà la centrale unica per l'emissione dei bandi di gare e per l'autorizzazione dei risarcimenti alle case e alle imprese. Mentre i Comuni saranno coinvolti nelle istruttorie, per dare ulteriore spazio alle esigenze del territorio. Anche grazie all'apporto dell'autorità anticorruzione guidata da Cantone, questo modello di gestione garantirà maggiore speditezza e maggiore trasparenza, rispetto al passato».