Giochi, il governo pensa a stretta
super-imposta del 10% sulle vincite

Giochi, il governo pensa a stretta super-imposta del 10% sulle vincite
di Andrea Bassi
Mercoledì 1 Marzo 2017, 09:12 - Ultimo agg. 12:09
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ROMA. Il cantiere della manovra da 3,4 miliardi che il governo ha promesso all'Europa di presentare entro aprile, si arricchisce di un altro mattone. Da una nuova stretta sui giochi il governo punta a recuperare almeno 300 milioni di euro. Le ipotesi allo studio dei tecnici del ministero dell'Economia, sarebbero ormai ridotte a due. La prima prevede un aumento della cosiddetta tassa sulla fortuna, il prelievo oggi fissato al 6% su tutte le vincite superiori a 500 euro, a parte il Lotto sul quale la tassa, da sempre, si applica anche alle vincite sotto i 500 euro. L'idea sarebbe quella di portarla al 9%. Un livello che, secondo i calcoli, porterebbe un gettito strutturale nelle casse dello Stato di 200 milioni di euro. Questo nel presupposto che il prelievo fosse applicato con questa aliquota anche alle vincite del Lotto. Risulterebbe però complicato giustificare che c'è solo una categoria di giocatori, quelli del Lotto, tassati per le mini vincite. Tra le ipotesi, dunque, ci sarebbe quella di estendere la tassa ai premi sotto i 500 euro anche agli altri giochi. In realtà circola anche un'altra suggestione.

Portare la tassa sulla fortuna al 12,5%, lo stesso prelievo che lo Stato applica sui Bot e i Btp, comporterebbe incassi strutturali per il Tesoro di circa 400 milioni l'anno. Un contributo sostanzioso alla correzione dei conti promessa a Bruxelles, ma che non potrebbe essere incassato subito, perché comporterebbe comunque l'esigenza per gli operatori di dover adeguare i sistemi tecnologici. L'alternativa, considerata più semplice da attuare e che sembrerebbe essere anche quella preferita dai Monopoli di Stato, è un aumento del Preu, il prelievo erariale unico che viene calcolato sull'ammontare giocato e non sulle vincite come nel caso della tassa sulla fortuna. Attualmente per le slot più moderne, le cosiddette Videolotteries, è del 5%. Aumentarlo di un punto porterebbe ad un maggior incasso erariale di 250 milioni. Il prelievo sulle Awp, le slot di prima generazione, è invece del 17,5%. In questo caso l'aumento di un punto aumenterebbe gli introiti del Tesoro di altri 100 milioni di euro. Il ritocco potrebbe avvenire gradualmente. Mezzo punto quest'anno, per poi arrivare ad un punto il prossimo. L'aumento del Preu, tuttavia, avrebbe come conseguenza un taglio del «pay out», la quota della raccolta che viene distribuita ai giocatori sotto forma di premio. Il timore è che, diminuendo le possibilità di vincita, possano ridursi anche le giocate. Una previsione che però, fino ad oggi non si è avverata. Nonostante gli aumenti del prelievo unico degli ultimi anni, le giocate alle slot non sono diminuite.

Il problema, in realtà, è anche un altro. Da un lato il governo torna per l'ennesima volta a chiedere al settore dei giochi un contributo per risanare i conti. Dall'altro lo stesso governo si è impegnato a ridurre l'offerta del settore eliminando le slot da Bar e Tabacchi e introducendo nuove regole sulle distanze. Una promessa che se mantenuta, porterà inevitabilmente anche ad una riduzione degli incassi per lo Stato quantificata in un paio di miliardi di euro. E questo nello scenario migliore, quello cioè in cui il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, dovesse riuscire a convincere le Regioni a non fare di testa propria e a mettersi d'accordo con il governo su una regolamentazione unica. Il «worst case scenario», come direbbero gli economisti, per le casse pubbliche, è che entrino in vigore le stringenti normative sulle distanze approvate da quasi tutte le Regioni. Per ora sono in stand by. Ma il tempo ormai sta scadendo. Il due maggio potrebbe essere la data di spartiacque, ossia il momento in cui diventerà operativa la legge regionale ligure che vieta le macchinette a meno di 300 metri da scuole, ospedali, luoghi di culto o di aggregazione. Secondo le simulazioni cancellerà il 90% delle slot presenti sul territorio. Con l'appendice di una perdita di oltre 150 milioni di gettito erariale. I giochi più che una fonte di gettito, rischiano di trasformarsi in un buco per le casse dello Stato.
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