Il Senato dice sì all'arresto di Caridi: voto segreto, 154 a favore e 110 contrari

Antonio Stefano Caridi
Antonio Stefano Caridi
Giovedì 4 Agosto 2016, 10:53 - Ultimo agg. 5 Agosto, 19:12
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L'Aula del Senato ha accolto con 154 si, 110 no e 12 astenuti la proposta della Giunta per le Immunità di dire sì all'arresto del senatore di Gal Antonio Stefano Caridi. La votazione è avvenuta con voto segreto, come richiesto dai senatori di Gal, nonostante il Pd avesse proposto il voto palese. 

Il presidente del Senato Pietro Grasso, all'inizio dei lavori dell'Assemblea, ha disposto l'inversione dell'ordine del giorno dei lavori: l'Aula ha affrontato prima la relazione della Giunta delle Immunità sulla richiesta di arresto di Caridi dopodiché era prevista la votazione di articoli e emendamenti del ddl di riforma dell'editoria poi rimandata a settembre.

La decisione di Grasso ha scatenato la bagarre in aula. Forza Italia, con Lucio Malan, ha chiesto una controinversione dell'ordine dei lavori per rispettare il programma di lavori prestabilito. «Lei qui sta intaccando la democrazia!», ha attaccato il capogruppo Gal, Lucio Barani, rivolgendosi al presidente di Montecitorio. Grasso ha replicato invitandolo a moderare i toni e a «non permettersi» di lanciare queste accuse contro di lui. 

Il Pd, evidentemente in imbarazzo, ha sottolineato, con il presidente Luigi Zanda, l'autonomia della decisione assunta dal presidente del Senato. «Prendo atto della sua decisione - ha infatti sottolineato Zanda - avendola appresa nel momento in cui l'ha comunicata. Due sole considerazioni»: la prima è quella di riconoscere «all'Aula del Senato la qualità del lavoro svolto in questa fase. Ha lavorato intensamente e con molta responsabilità, non c'è stato neanche da parte delle opposizioni alcun momento di ostruzionismo. La seconda è che sono dei momenti nella vita del Parlamento in cui questo è chiamato a scelte molto difficili, e questo è uno di quei momenti. Sono certo che l'Aula del Senato continuerà a esprimersi secondo coscienza,secondo diritto, secondo senso dello Stato».

FI ha chiesto formalmente la convocazione di una capigruppo sull'ordine dei lavori. Anche Area popolare, con la presidente Laura Bianconi, ha espresso contrarietà all'inversione dell'ordine dei lavori, giudicando sufficiente il tempo a disposizione del Senato nella giornata di oggi. Per i Conservatori e riformisti, Luigi Compagna, ha definito «offensiva verso la figura di garanzia della presidenza del Senato» la decisione di Grasso. 

Alla fine l'Aula del Senato ha rinviato a settembre l'esame del ddl sull' editoria. La richiesta è stata avanzata dal vicepresidente di palazzo Madama Roberto Calderoli. Alla richiesta di Calderoli avevano aderito Pd e SI-Sel, mentre Enrico Buemi (Psi) e il M5S si erano opposti e avevano chiesto di proseguire i lavori.

 

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