La proposta del ministro Orlando
«Italicum, stop al doppio turno»

La proposta del ministro Orlando «Italicum, stop al doppio turno»
di Pietro Treccagnoli
Venerdì 19 Agosto 2016, 08:31 - Ultimo agg. 18:45
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Magistratura e politica, terrorismo e referendum costituzionale: il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ieri in visita al carcere di Secondigliano, risponde alle domande del Mattino a partire proprio dalla riforma: «Italicum, stop al doppio turno», dice ma avverte: «Trovo assurde le critiche della minoranza del Pd nominata con il Porcellum». Orlando spiega che per i procedimenti sui magistrati non sarà più necessaria l’unanimità del Csm, poi bacchetta la lentezza delle nomine. Il Guardasigilli ricorda anche che rispetto alla carcerazione preventiva «sono in arrivo altri 10mila braccialetti elettronici». E sull’allarme terrorismo conferma che «ci sono 300 sorvegliati su 12mila stranieri detenuti» e assicura: pronta una rete di controllo.

Ministro Orlando, cominciamo proprio dalla sua visita napoletana. Come ha trovato il carcere di Secondigliano?
«È una realtà molto innovativa in un contesto molto difficile. Hanno sperimentato molto, con progetti che si avvicinano all’idea di carcere che vogliamo promuovere e che tende al recupero dei detenuti. E ci sono ulteriori condizioni di miglioramento, anche se persiste qualche disfunzione.

Di che tipo?
«Soprattutto nella sanità interna. Ma ho subito contattato il presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Mi ha assicurato che provvederà a un’ispezione. Un altro problema riguarda la rete di sicurezza interna che ora è affidata soprattutto alla vigilanza umana. Va incrementata la videosorveglianza, come vanno sostenuti alcuni progetti di riqualificazione per i quali solleciterò la cassa per le ammende a dare una risposta rapida a interventi che credo possano migliorare le condizioni e il funzionamento dell’istituto».

Veniamo alla politica. Il referendum costituzionale sta spaccando sempre di più il Pd, il suo partito.
«Sul referendum non c’è nessuna ricerca di legittimazione da parte del governo».
Diciamo che quest’idea è venuta meno. C’è stato un’inversione di marcia di Renzi.
«Occorre portare la discussione nel merito della riforma costituzionale. Per dirne una, l’Italia non si può più permettere i tempi lunghi del bicameralismo perfetto con leggi che restano ferme in una delle due Camere per tempi biblici».

La minoranza Pd chiede di ridiscutere la legge elettorale, l’Italicum che, affiancato alla Riforma diventerebbe un vulnus, per la democrazia.
«Mi colpisce molto il rilievo che riguarda le capolistature bloccate. Alcuni di quelli che scoprono questo rischio sono stati messi in lista senza neppure passare per le cosiddette primariette. È una resistenza che capisco poco, come non capisco l’insistenza sulle preferenze che in Europa hanno in pochi. Le preferenze non sono necessariamente una panacea. Il punto è far funzionare bene i partiti».

Quindi, secondo lei, l’Italicum non va cambiato?
«Credo che sarebbe ragionevole una norma che eviti il doppio turno. Un premio di maggioranza proporzionale al risultato potrebbe evitare le coalizioni forzate e al contempo garantire buone probabilità di governabilità. Questo alla luce di un sistema che ormai è diventato tripolare, ma non basta dire che si vuole cambiare l’Italicum. Chiunque lo dica, a partire dalla minoranza del Pd deve verificare se esiste una maggioranza per farlo nella direzione che si auspica».


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