Intercettazioni, l'ultima presa in giro di A. Barbano

Intercettazioni, l'ultima presa in giro di A. Barbano
di Alessandro Barbano
Sabato 30 Luglio 2016, 08:35
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Facciamo pure la prova del budino, aspettiamo di vedere quale attuazione troveranno, ma diciamolo francamente: così come sono state approvate, le linee guida licenziate dal Consiglio superiore della Magistratura in materia di intercettazioni non servono praticamente a nulla, non costituiranno affatto un argine al loro utilizzo e alla loro diffusione, e insomma lasceranno tutto com’è adesso. Vediamo perché. Anzitutto, si tratta di un insieme di raccomandazioni, che il Csm ha deciso di adottare per evitare che il Parlamento provveda con una legge. 

Si interviene per evitare altri interventi, insomma. Non si vuole la legge, e si vuol far credere che la diffusione di intercettazioni per nulla rilevanti ai fini delle indagini e del processo possa essere scoraggiata dal blando invito alla «sobrietà contenutistica» formulato dall’organo di autogoverno. Ma siamo appunto all’invito, all’auspicio, all’esortazione. Può darsi che si immagini in futuro di adottare provvedimenti disciplinari, nei casi in cui siano violate le «regole di gestione» suggerite dal Csm, ma c’è una sproporzione evidente fra la dimensione macroscopica del problema, i diritti violati, le paginate di intercettazioni a strascico che finiscono sistematicamente in pasto alla pubblica opinione, da una parte, e il modesto argine che dovrebbe essere frapposto esclusivamente dall’ethos professionale del magistrato dall’altro. Da questo punto di vista, nulla è cambiato. Come non ci si è accorti nei mesi scorsi del lenitivo spalmato tramite circolare da alcuni capi delle procure, per limitare la diffusione di conversazioni private irrilevanti, così siamo sin troppo facili profeti se diciamo oggi che non serviranno nemmeno queste linee guida. Velleitarie nel migliore dei casi, ipocrite nel peggiore.

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