Salta l’Irpef sulle seconde case
A rischio gli sconti per le imprese

Salta l’Irpef sulle seconde case A rischio gli sconti per le imprese
Sabato 31 Agosto 2013, 08:00 - Ultimo agg. 13:30
2 Minuti di Lettura
ROMA Il governo fa marcia indietro sul ripristino dell’Irpef per gli immobili sfitti, ma quasi certamente anche sulla deducibilit dell’Imu per le imprese. Ieri a due giorni dalla riunione del Consiglio dei ministri Palazzo Chigi ha voluto «smentire le indiscrezioni evidentemente relative a bozze circolate nei giorni scorsi e che non faranno parte del provvedimento». L’inclusione (al 50 per cento) della rendita catastale di seconde case e altri fabbricati non locati nel reddito imponibile in realtà figurava all’articolo 6 nel testo del decreto entrato in Consiglio. Una misura che avrebbe fruttato poco meno di un miliardo, destinato a compensare l’introduzione della possibilità per le imprese di dedurre, sempre al 50 per cento, l’Imu pagata su capannoni e altri immobili strumentali. Caduta la voce che avrebbe portato un maggior gettito, cade anche quella che lo avrebbe assorbito. D’altra parte per il ministero dell’Economia sarebbe in questo momento impossibile mettere insieme una copertura alternativa: così il tema dell’Imu per il mondo produttivo viene nella migliore delle ipotesi rinviato alla legge di stabilità.



LA VERSIONE FINALE

Si attende quindi la versione definitiva del provvedimento legge, che almeno sulla carta dovrebbe andare in Gazzetta ufficiale entro domani. Intanto la presa di posizione di Palazzo Chigi è stata salutata con favore dal capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta, che dopo aver definito «follia e proposta diabolica» l’ipotesi di «colpire la casa di villeggiatura» ne ha attribuito la responsabilità ai tecnici del ministero dell’Economia. A Brunetta ha riposto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta definendo l’attacco al ministero «insensato, ingeneroso e politicamente grave» invitando il Pdl a «responsabilità e collaborazione». Nel merito va ricordato che le rendite degli immobili non locati sono state sottoposte all’Irpef fino al 2011: l’importo andava considerato per intero e poi maggiorato di un terzo, mentre la versione inserita nel decreto parlava di imponibilità al 50 per cento. Il prelievo comunale articolato sull’Ici era però fino a due anni fa più leggero di quanto sarebbe poi stato con l’Imu.



LE GARANZIE DEL PREMIER

Quello del trattamento fiscale dei capannoni non sarà ovviamente il solo nodo che l’esecutivo dovrà affrontare nelle prossime settimane. In tempi ravvicinato occorrerà prendere una decisione in materia di Iva. Ieri lo stesso Enrico Letta ha annunciato di voler «fare di tutto» per evitare che dal primo ottobre l’aliquota del 21 per cento passi al 22. Il premier ha poi annunciato un’altra garanzia a proposito della nuova imposta sui servizi, spiegando che il suo importo dovrà essere minore di quello della somma di Imu e Tares e che «non sarà caricata sugli affittuari contro i proprietari». Ma entro metà ottobre andranno definite anche le coperture per la seconda rata dell’Imu, che formalmente il decreto dell’altro ieri non ha cancellato. Si tratterà con tutta probabilità di voci una tantum.

L. Ci.
© RIPRODUZIONE RISERVATA